COSI’ CAMBIANO GLI SCONTI FISCALI
TASSE SCOLASTICHE E BADANTI, LA FRANCHIGIA SALE DA 129 A 250 EURO… IL TETTO DI 3.000 EURO DI DETRAZIONE NON SI APPLICHERA’ A SPESE SANITARIE E RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE
Alla fine sarà meno pesante del previsto la stretta sugli sconti fiscali per spese sanitarie, contratti d’affitto a canone agevolato e ristrutturazioni edilizie.
A 48 ore dal varo della legge di stabilità comincia ad avere contorni più definiti l’altro volto della manovra fiscale, quello meno amico dei contribuenti, che dal prossimo anno vedranno alleggerite le agevolazioni che oggi rendono meno pesanti buste paga e dichiarazioni dei redditi. I tecnici hanno continuato a lavorare freneticamente intorno al capitolo deduzioni e detrazioni fiscali e il nuovo testo sembra meno severo di quello in entrata sugli sgravi fiscali.
Una manovra che vale comunque 2 miliardi nel 2013 e uno a regime a carico di oltre il 75% dei contribuenti, all’incirca 15 milioni di italiani, quelli con reddito superiore a 15mila euro, limite entro il quale tutto rimarrà come prima.
Tra dare e avere qualcosa in tasca ai contribuenti comunque dovrebbe restare.
L’ufficio studi della Cisl ha infatti calcolato che tra taglio di un punto dell’aliquota Irpef sui primi due scaglioni di reddito e minori sconti fiscali per una famiglia monoreddito e un figlio a carico il risparmio sarà alla fine di 162 euro.
La stretta sulle detrazioni
Il fisco consente oggi di sottrarre all’Irpef da pagare il 19% di diverse spese di contenuto più «sociale», come quelle per la salute, il mutuo, la scuola, le assicurazioni e tutta un’altra serie di voci elencate all’articolo 15 del Testo unico sulle imposte.
Ora su parte di queste spese «tutelate» dal fisco la legge di stabilità introduce un «tetto» massimo di 3.000 euro, oltre il quale non sarà possibile alleggerire l’Irpef e in più introduce una franchigia di 250 euro, somma entro la quale non ci sarà alcuno sconto.
Per il mutuo esiste già oggi un tetto di 4.000 euro, il che vuol dire che se ora si possono risparmiare fino a 760 euro (il 19% di 4.000 appunto), il risparmio scenderà a non oltre 570 euro.
A sorpresa però nel testo finale non rientreranno nel tetto tutte le spese sanitarie (si temeva più di una esclusione), che potranno essere detratte per intero ma sulle somme superiori a 250 euro. Stesso discorso vale per i costi degli interpreti dei sordomuti e dei cani guida per i non vedenti. Non rientrano nè sotto la tagliola del tetto di 3.000 euro nè sotto quella della franchigia le spese di ristrutturazione edilizia, le detrazioni per gli affitti agevolati, i veicoli per disabili e le spese per risparmiare energia nelle nostre case.
Le nuove deduzioni fiscali
Le spese deducibili sono quelle che si possono detrarre dal reddito sul quale paghiamo le tasse. Ora però il governo ha introdotto una franchigia di 250 euro che di fatto elimina i mini-sconti fiscali su tutta una serie di spese.
Ma nel testo messo a punto ieri si salvano dalla limatura delle deduzioni i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, quelli per la pensione integrativa e gli oneri contributivi per colf e badanti, le donazioni a favore di no-profit e istituzioni religiose.
Non saranno invece deducibili i primi 250 euro per assegni al coniuge, contributi per la sanità integrativa, spese per l’adozione di minori stranieri, spese mediche generiche o di assistenza specifica per i portatori di handicap, tasse scolastiche, asili nido, badanti, assistenza paramedica e assicurazione sulla vita e l’invalidità .
Alcune di queste voci erano però già soggette a franchigia, anche se di importo minore.
Per esempio sulle spese sanitarie era di 129,11 euro e l’aumento a 250 – ha calcolato l’ufficio studi della Cisl – comporterà un aggravio medio per contribuente di 23 euro.
Quello sulle tasse scolastiche sarà invece di 73 euro, sulle badanti di 47,5, mentre per le spese sull’assicurazione vita la franchigia annulla di fatto lo sconto fiscale dato dalla detrazione del 19% se si ha un solo figlio, mentre in caso siano due o più si ha un aggravio di 47,5 euro.
Gli effetti sulle famiglie
La Cisl ha calcolato che su una famiglia monoreddito con un figlio a carico e più di 28mila euro di reddito, tra taglio delle aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito ( 280 euro di risparmio), minori sconti sulle tasse scolastiche ( -47,5 euro), minore detraibilità degli interessi sul mutuo ( altri 47,5 euro in meno), minori detrazioni scolastiche per 23 euro il saldo finale della manovra fiscale è comunque in attivo per 162 euro annui.
Per una famiglia con due redditi da 28mila o più euro, sempre con un figlio a carico, un mutuo e tasse scolastiche da pagare più spese sanitarie da scaricare alla fine il guadagno sale a 371 euro l’anno.
Cosa ne rimarrà dopo aver fatto i conti della spesa con l’aumento dell’Iva a luglio ce lo dirà un altro studio.
Paolo Russo
(da “La Stampa“)
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