COSTRETTI A REVOCARE LE LORO ORDINANZE RAZZISTE: I SINDACI DI ALASSIO E CARCARE CONDANNATI
IN UN PAESE CIVILE SAREBBERO STATI COMMISSARIATI, SOLO IN ITALIA POSSONO CONTINUARE A FARE I SINDACI
Alla fine anche Canepa si ha dovuto innestare la retromarcia, revocando la contestata ordinanza “antiprofughi”, quella emanata nell’estate di due anni fa con cui il primo cittadino alassino imponeva il divieto di dimora o soggiorno ad Alassio ai cittadini stranieri che non ossero provvisti di un certificato medico che attestasse l’assenza di patologie contagiose o comunque pericolose per la cittadinanza.
Un’ordinanza che poi era stata “copiata” da altri sindaci, ma che era stata duramente contestata da parte di numerose organizzazione umanitarie che avevano presentato una raffica di ricorsi e denunce.
Ora quell’ordinanza, almeno sul piano amministrativo visto che procedimenti penali sono in corso, finisce nel dimenticatoio.
Lo stesso sindaco Enzo Canepa, infatti, la ha revocata 3 giorni fa per una sentenza del tribunale civile che a fine luglio aveva imposto non solo la revoca dell’ordinanza ma anche la pubblicazione sia della revoca che del dispositivo della sentenza sul sito del Comune.
Canepa è stato condannato per discriminazione razziale del tribunale penale a pagare un’ammenda di 3750 euro
Il sindaco carcarese Franco Bologna già un mese fa aveva pubblicato la sentenza (datata fine luglio) sul sito del suo Comune ed altri sindaci di comuni più piccoli avevano messo le ordinanze nel cassetto senza neppure attendere il pronunciamento dei giudici.
In qualsiasi Paese civile un sindaco condannato in sede penale per discriminazione razziale sarebbe commissariato di autorità dal Ministero degli Interni , solo in Italia continua a rimanere al suo posto.
(da agenzie)
Leave a Reply