D’ALEMA TEME LA RIMONTA DEL PDL: “GIA’ OTTO PUNTI, DIAMOCI UNA MOSSA”
RENZI: “QUALCUNO SE LA FA SOTTO DOPO AVER DISCUSSO DI POSTI DI GOVERNO”… BERSANI: “IMU PROGRESSIVA”
Senza cambiare stile, Pier Luigi Bersani comincia a riempire di numeri, di concretezza i suoi impegni.
Parla di 7,5 miliardi, la stessa cifra garantita da Berlusconi con la restituzione dell’Imu, per riqualificare ospedali e scuole e lanciare progetti ambientali.
Significa occupazione, investimenti (allentando il patto di stabilità ), uso dei fondi strutturali. «Procediamo col nostro passo», dice il candidato premier.
«Proposte utili anzichè proposte shock. E al condono dico: mai».
È la linea di chi non vuole inseguire Berlusconi sul terreno delle favole.
Massimo D’Alema però suona la sveglia per il Partito democratico.
Lo fa come sempre con un tono poco diplomatico. «La campagna elettorale è cominciata male, abbiamo avuto l’impressione di aver già vinto le elezioni, pensando a chi dovesse fare il sottosegretario e chi il ministro. Mentre eravamo impegnati in questo dibattito inquietante, e che porta male, Berlusconi ha recuperato 8 punti».
Perciò l’ex premier invita il suo partito a «darsi una mossa».
«Sottovalutare il Cavaliere è un errore – spiega – che abbiamo già fatto e non dobbiamo ripetere».
Del pericolo-Berlusconi da non dimenticare, Matteo Renzi ha fatto una bandiera.
Si è preso gli insulti per aver annunciato la caccia ai delusi del Pdl. Ha sempre messo in guardia il centrosinistra dalla rimonta di Berlusconi. Ma oggi appare più ottimista di D’Alema.
«Il centrosinistra è in vantaggio e le elezioni possiamo perderle solo se ci facciamo prendere dalla paura. Non inseguiamo il chiacchiericcio berlusconiano ».
La pensa come Bersani che si rifiuta di rincorrere le promesse di Arcore e non condivide le reazioni «esagerate» di Monti, convinto com’è che alla fine i due si faranno male da soli. Renzi tuttavia avverte: «Il momento degli ultimi chilometri è il più difficile e sono convinto che il traguardo sia a portata di mano, ma bisogna parlare dei problemi degli italiani, non di Berlusconi».
Eppure il cambio di passo si avverte nell’intervista di Bersani a Piazza Pulita.
Previsto, già scritto, indipendente dal recupero del Pdl. Riempire le proposte sul lavoro, sul welfare con numeri, con promesse in buona sostanza è l’obiettivo delle prossime settimane. Bersani lo farà domani visitando il grande ospedale di Roma San Camillo, lo confermerà venerdì a Torino dove annuncerà le ricette sull’occupazione.
«Ma non partecipo alla gara del Bengodi che si fa in campagna elettorale. Posso dire anch’io: restituisco i soldi del viaggio di nozze. Ma non voglio».
Il tema delle tasse per Bersani è secondario rispetto al lavoro.
O meglio è collegato perchè la riduzione del carico fiscale deve servire sempre a creare occupazione, ad alleggerire le aziende che assumono i giovani a mettere più soldi nelle tasche dei redditi medio-bassi.
Basterà questo?
Secondo la scaletta da qui al 24 febbraio che Bersani si è dato, la risposta è sì.
Il Pd ha registrato ieri gli spot radiofonici. Aldo Biasi, il capo dell’agenzia di comunicazione, ha chiamato ieri il segretario e il responsabile della comunicazione Stefano Di Traglia per sapere se era il caso di cambiarli, tarandoli sull’offensiva berlusconiana.
Ossia, renderli più aggressivi, più provocatori.
Bersani ha replicato con un no: «È inutile rincorrere Berlusconi. Quello che voglio restituire io all’Italia è la dignità , la serietà ». Anche per questo Bersani appare particolarmente orgoglioso dell’incontro che avrà oggi a Berlino con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schà¤uble. E non rinuncia alla mobilitazione meno mediatica ma efficace secondo Largo del Nazareno, nelle piazze e davanti ai supermercati che scatta questo week end in tutta Italia.
Senza dimenticare che da due settimane è attivo l’ufficio elettorale del Pd che funziona tipo call center e mobilita i militanti in tutto il Paese.
Il pericolo dunque non viene negato, ma come dice Renzi «il problema di Berlusconi è la credibilità ».
Anche sull’Imu, dove la proposta del Cavaliere, a giudizio del sindaco di Firenze, è persino sostenibile economicamente: «È fattibile», ha detto.
Ma per Renzi non bisogna temere: «Certo, qualche tempo fa al Pd si spartivano già i posti di governo. Sono gli stessi che ora se la fanno addosso per il ritorno del Pdl».
Occorre mantenere un equilibrio, è il suggerimento del primo cittadino. Che parte con il suo tour nelle regioni in bilico: Lombardia, Veneto, Sicilia e Campania.
Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply