DOPO IL PIT STOP, I FINIANI INSISTONO E RILANCIANO: “NESSUNA RETROMARCIA, VOTIAMO LA SFIDUCIA”
SUL WEB ERA MONTATA LA PROTESTA DELLA BASE PER QUELLO CHE E’ STATO INTERPRETATO COME UN COLPO DI FRENO…GRANATA PRECISA: “ABBIAMO RITIRATO LA NOSTRA DELEGAZIONE AL GOVERNO, CI COMPORTEREMO DI CONSEGUENZA SULLA SFIDUCIA”… CONSOLO E MENIA: “NOI RESTIAMO CON FINI, FUTURO E LIBERTA’ RESTA UNITO”
All’indomani del videomessaggio di Gianfranco Fini e delle voci che danno una pattuglia di finiani poco sicuri di votare la sfiducia al governo, Fabio Granata, uno dei “falchi” vicino al presidente della Camera, fuga i dubbi.
Scacciando l’interpretazione delle prime pagine dei giornali che parlano di un secco colpo di freno da parte del presidente della Camera.
“Nessuna retromarcia. Se il percorso sarà quello di arrivare in Aula a maggioranza invariata e se, peggio ancora, continua questo tentativo di garantirsi una striminzita maggioranza numerica, senza tenere conto della grande questione politica posta da Fini, non potremmo che votare la sfiducia. Abbiamo ritirato la delegazione dal governo e ci comporteremo di conseguenza con la sfiducia”.
Smentiscono tentazioni di retromarcia sia il deputato di Fli Giuseppe Consolo (“seguo le indicazioni di Fini per convinzione, non per dovere. Il resto sono giornalate”), sia l’ex sottosegretario all’ambiente Roberto Menia: “Fli non si spacca, mi pare una favola. Non ho nessuna voglia di votare la sfiducia, ma se mi costringono a farlo lo faccio”.
Menia ipotizza così il futuro del governo: “La proposta è questa: fase due di questa legislatura, un aggiornamento del programma, se possibile un centrodestra allargato. Io l’ho sempre letta così: dopo di che si può rispondere o con la sfida muscolare, ma fa parte della tattica per ognuna delle parti e poi c’è invece il momento della ragionevolezza. Manca meno di un mese alla verifica mi auguro che prevalga, per il bene del paese, la ragionevolezza”.
Se il videomessaggio di Fini non era una marcia indietro, che cosa era?
“Un grande richiamo al senso di responsabilità a Berlusconi, perchè l’Italia attraversa una fase molto difficile e da qui al 14 dicembre bisogna governare i processi sociali e dell’economia” spiega Granata.
“Il governo, così com’è, non può andare avanti, serve un passo indietro e l’apertura di una crisi per realizzare poi una nuova agenda di governo e con ampia base parlamentare”.
Nel pomeriggio il presidente della Camera sarà a Torino per la sua prima uscita pubblica come leader di Fli.
Dall’altra parte, il videomessaggio con cui ieri Gianfranco Fini ha chiesto “una maggiore responsabilità ” da parte della maggioranza di governo, viene discusso e criticato nelle piazze digitali che ruotano intorno a Futuro e Libertà per L’Italia: c’è chi riconosce a Fini “senso dello Stato e delle Istituzioni”.
Ma c’è anche chi scrive: “Non capisco e non mi adeguo”.
In molti esprimono interrogativi: “Non ho capito il senso. E voi?”.
Per altri, la situazione è più chiara: “Nell’ultimo messaggio Fini è ambiguo. Se la chiude con Berlusconi alla ‘volemose bene’ tutti gli italiani scoppieranno a ridere”.
E ancora: “Sarà una tattica politica, ma ho l’impressione che il video di Fini sia stato controproducente. Stiamo dando l’aria di gridare la ritirata”.
E c’è chi valuta le conseguenze politiche e soprattutto i rapporti di forza nel centrodestra. “Berlusconi ha colto subito l’opportunità dicendo Fini si è arreso”.
Per molti pesa anche la non sfiducia al ministro Bondi.
Da parte nostra, avendo già trattato in un precedente articolo la questione, vorremmo solo aggiungere qualche punto.
1) A parte che vi sono ministri molto più colpevoli e nullafacenti di Bondi che andrebbero sfiduciati, nel momento in cui Napolitano ha chiesto che la legge di stabilità passasse senza momenti critici e, su richiesta del Pd, la sfiducia a Bondi è stata calendarizzata per fine novembre, Fini ha giustamente fatto prevalare l’impegno assunto con il Presidente della Repubblica.
Qualcuno riesce a capire che questa intesa sarò importante dopo?
2) Semmai andava votata a tempo debito la sfiducia a Calderoli che ha commesso un atto gravissmo, ma pare che anche tra la base finiana c’è chi non se lo ricorda o dorma.
Pensate che strumento elettorale “forte” avrebbe avuto Fli : aver dimissionato un ministro leghista che fa sparire una norma per favorire l’assoluzione di 30 leghisti accusati di associazione sovversiva.
Con La Russa che l’ha coperto.
Quando a destra si capirà che la Lega è il peggior nemico dell’Italia sarà sempre troppo tardi.
3) Comprendiamo i sentimenti della base (noi siamo ancora più radicali) ma occorre anche capire i tatticismi.
Vi siete tenuti per anni un partito dove non si discuteva mai, vi siete accontentati dei caporali di giornata come capicorrente, imparate a riflettere ogni tanto prima di partire lancia in resta.
A sconfiggere il berlusconismo non c’è riuscita la sinistra in 18 anni, volete che Fini ci riesca in tre mesi?
4) Dall’altro lato è necessario che vi sia chiarezza nella gestione di Futuro e Libertà .
Nessuno è stato obbligato a fare una scelta scomoda, ma se ci sta deve farlo convinto: il 95% dei militanti ne ha i coglioni pieni della cricca berlusconiana. Pertanto se qualcuno ne sente ancora il richiamo, è opportuno che si accomodi alla porta, onde evitare che Fini sia spesso costretto a mediare ed a perdere forza propulsiva.
5) La classe dirigente si deve rendere conto che il 50% dei voti potenziali di Fli non è di area di destra, ma di astensionisti o delusi dalla sinistra.
Si deve avere il coraggio di confrontarsi con questa nuova base.
C’è chi si scandalizza per una possibile intesa con la sinistra per cambiare la legge elettorale?
A noi fa molto più schifo essere alleati a dei razzisti o a dei camorristi. Vogliamo essere un po’ più aggressivi in tal senso?
E spiegare che se la “presunta destra” è quella aziendalista e affaristica del premier o quella xenofoba della Lega sarebbe meglio spararsi un colpo in testa?
Vogliamo spiegare agli italiani che la destra nazionale, sociale, legalitaria è un’altra cosa?
«Non faccio il Gran premio, siamo al pit stop» ha chiarito poco fa lo stesso Gianfranco Fini rispondendo a una domanda su una sua condotta nei confronti del governo, contrassegnata da «stop and go», cioè fermate e fughe in avanti.
E’ ora di ripartire a tutto gas.
Lasciando le polemiche da parte.
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