DRAGHI FURIOSO CON I PARTITI: ”O IL PARLAMENTO GARANTISCE I VOTI AI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO O ME NE VADO”
DRAGHI NON INTENDE RESTARE A CAPO DI UN GOVERNO ELETTORALE DOVE OGNI PARTITO PENSA SOLO A OTTENERE CONSENSI
In cabina di regia, secondo quanto riferiscono fonti ministeriali, Mario Draghi avrebbe chiesto spiegazioni su quanto accaduto la notte scorsa nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dove il governo è andato sotto quattro volte nelle votazioni del decreto Milleproroghe. Il presidente del Consiglio, spiegano le stesse fonti, avrebbe sottolineato la necessità che la maggioranza garantisca compattezza.
Toni anche abbastanza netti, quelli usati dal premier durante la riunione che non ha affrontato il tema bollette: il governo, è il ragionamento fatto da Draghi, è qui per fare le cose o non si va avanti, il senso del ragionamento riportato da alcuni presenti. Dovete essere realisti, non idealisti. Il governo è qui per fare, il Parlamento garantirgli i voti. Il riferimento è a quanto successo durante la notte alla Camera con i partiti di maggioranza che hanno votato in ordine sparso su diverse proposte di modifica, mandando il Governo sotto quattro volte sul decreto Milleproroghe.
I partiti, viene riferito, hanno “suggerito” al premier un “cambio di metodo”, con un maggiore coinvolgimento sui dossier.
Mario Draghi poi sale al Quirinale, per parlare a quattr’occhi con il presidente Sergio Mattarella: di Ucraina e Russia, ma anche di Italia. Venerdì 18 febbraio il presidente del Consiglio vuole chiudere il decreto Bollette e non accetterà strappi da parte delle forze politiche, che in Parlamento stanno dando segnali di forte irrequietezza.
Alla Camera la notte scorsa la maggioranza è andata sotto quattro volte nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera. Ci sono state forti tensioni e Lega e Forza Italia, due partiti di governo, hanno votato contro il parere dell’esecutivo alcuni emendamenti del Milleproroghe assieme a Fratelli d’Italia, il partito più forte dell’opposizione. «Avanti così non si può andare», sembra voler dire Draghi
Con i capi delegazione Draghi è stato chiaro, per alcuni anche troppo. Ha detto che quanto accaduto a Montecitorio in notturna è inaccettabile e che la maggioranza deve restare tale sia in Consiglio dei ministri, sia alla Camera e al Senato: «O i partiti garantiscono i voti in Parlamento, o il governo non va più avanti».
Un monito che il presidente del Consiglio ha condiviso con il capo dello Stato nel breve incontro al Quirinale, servito anche per far vedere plasticamente ai leader delle forze politiche che l’ex presidente della Bce non ha alcuna intenzione di restare alla guida di un esecutivo elettorale, dove ognuno fa a gara a sventolare le proprie bandierine, senza curarsi del bene del Paese. E del fatto che, se tutto precipita e si va a votare, l’Italia rischia di non incassare gli aiuti miliardari del Pnrr.
(da agenzie)
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