ECCO COME LE SPIE RUSSE SI PREPARANO AD ELIMINARE GLI OPPOSITORI IN UCRAINA
IL PAESE PULLULA DI AGENTI SEGRETI, PRONTI A CREARE PRETESTI PER APPICCARE IL FUOCO ALLA POLVERIERA D’EUROPA
Sono i protagonisti più temuti della crisi. Il mondo osserva le colonne dei carri armati, ma a decidere l’escalation saranno le loro mosse nell’ombra. L’Ucraina pullula di agenti segreti, i padroni della zona grigia prediletti dal Cremlino e venerati come angeli vendicatori della Madre Russia. Nel 2014 i “piccoli uomini verdi” sono stati gli eroi dell’occupazione della Crimea: soldati in anonime tute verdi a cui vengono dedicate statue, con sempre accanto un gatto.
Il felino è il simbolo del reparto più speciale del Gru, l’intelligence militare, perché – come ha detto sibillinamente il ministro della Difesa Sergey Shoigu – “è difficile trovare un gatto nel buio, soprattutto se il gatto non c’è…”. Sono fantasmi e la loro esistenza non verrà mai ammessa. Come quella degli altri gruppi che tramano nel territorio di Kiev, pronti a creare pretesti per appiccare il fuoco alla grande polveriera d’Europa.
L’ascesa dell’intelligence militare
Dopo la fine dell’Urss la questione ucraina è stata affare dell’Svr, la branca estera degli 007: una partita vecchio stile, giocata animando quasi settecento associazioni per promuovere la fratellanza con la Russia ma allo stesso tempo finanziando politici e oligarchi.
La svolta di Piazza Maidan che ha spinto il Paese nelle braccia dell’Occidente è stata il fallimento di questa strategia. Così l’approccio è stato rivoluzionato. Oggi il regista è Dmitry Kozak, numero due dello staff di Putin e veterano della destabilizzazione: ha superato le selezioni dell’intelligence militare nell’accademia dalle grandi vetrate chiamata “l’acquario dove sopravvivono solo i piranha”. Il suo compito è coordinare industria, media, diplomazia, chiesa e spie per stringere la morsa della “guerra ibrida” intorno al nemico. Un esempio? A dicembre le aziende russe hanno tagliato le forniture di gas e carbone a Kiev, provocando l’aumento delle bollette. Allo stesso tempo è stata aizzata con campagne social e programmi tv la protesta di commercianti e cittadini contro il governo ucraino, incapace di fronteggiare il carovita.
L’Fsb, l’erede del Kgb e fucina della classe dirigente putiniana, resta importante. Jack Watling e Nick Reynolds del Rusi, il centro studi della Difesa britannica, hanno appena pubblicato un dossier dettagliato.
Il Quinto Servizio dell’Fsb, guidato dal generale Sergei Beseda, ha moltiplicato i ranghi dell’ufficio ucraino: sono passati da venti a duecento persone. Tanti altri sono sul campo, dove compilano la “lista dei buoni e dei cattivi” in vista dell’occupazione. Avvicinano i cittadini ucraini sensibili alla causa di Mosca, scegliendo i più influenti per convincere la popolazione alla calma e per sostituire gli amministratori locali. E censiscono i personaggi “ostili” in grado di organizzare la resistenza contro i russi: quelli che all’Ora X verranno “neutralizzati”.
Sembra una sceneggiatura da film reaganiano, come Alba Rossa che all’acme della Guerra Fredda descriveva l’invasione sovietica degli States e i rastrellamenti di patrioti americani. Ma a confermare questo scenario c’è un’esercitazione molto particolare condotta a dicembre, che ha visto agire insieme 007 dell’Fsb e paracadutisti.
Gli incursori scesi dal cielo si sono incontrati con quelli sbucati dall’oscurità, non solo per occupare le infrastrutture chiave e i palazzi governativi, ma anche per localizzare e catturare tutti i “civili pericolosi”. Come? Pochi giorni dopo un cyber-attacco ha preso di mira il server delle assicurazioni auto dell’intera Ucraina: sono stati copiati targhe, indirizzi e dati personali di gran parte della popolazione.
Le infiltrazioni in partiti e istituzioni ucraine
A inasprire la minaccia occulta c’è l’infiltrazione dei partiti e delle istituzioni, inclusi gli apparati di sicurezza. Il controspionaggio di Kiev sostiene di avere individuato almeno trenta agenti russi impegnati a “coltivare” questa quinta colonna: una burocrazia parallela, che attende l’ordine di uscire allo scoperto e dividere dall’interno il Paese.
Nel giorno dell’offensiva, ai “piccoli uomini verdi” del Gru toccherà invece quello che in gergo definiscono “il lavoro bagnato” ossia sporco di sangue.
Sono sempre stati i primi a colpire, spuntando dal nulla per conquistare l’aeroporto di Praga nel 1968 o assaltare il palazzo presidenziale di Kabul nel 1979. Nell’ultimo decennio il servizio militare ha ottenuto la fiducia totale di Putin, surclassando in numeri e dinamismo l’Fsb. Tanti agenti da mesi si sono inseriti nelle città e nelle campagne ucraine: “astuti, coraggiosi ed educati”, come insegna il loro manuale, conducono vite insospettabili e sono gentili con i vicini di casa.
Ma, quando scatterà l’ordine, tenteranno di decapitare l’Ucraina, assassinando ministri e generali. Cercheranno di gettare la nazione nel caos; sincronizzando i sabotaggi informatici con le cariche di esplosivo per devastare reti telefoniche ed elettriche, tv e radio, snodi ferroviari e ponti stradali. Il logoramento psicologico è già cominciato: ogni mese ci sono cinquecento allarmi bomba, metà dei quali arrivano dai territori russi.
In cerca di un pretesto per l’aggressione
Quanto al pretesto per l’intervento di Mosca, i signori delle trame offrono un catalogo molto ampio. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha parlato all’Onu di “una fossa comune”: la scoperta di un eccidio ai danni della comunità russa. Oppure si muoveranno i provocatori per seminare violenza durante le manifestazioni, innescando la rivolta come è accaduto in Kazakistan un mese fa. O gli infiltrati spingeranno le formazioni nazionaliste ucraine a compiere attentati. Forse però il copione sarà più tradizionale. Dopo giorni di cannonate sulla sua parte del Donbass, l’artiglieria ucraina risponderà al fuoco. A quel punto una formidabile struttura di propaganda ingigantirà danni e vittime, offrendo il casus belli. Viene chiamato lo “scenario dell’Ossezia del Sud”, perché ricalca lo schema che nel 2008 provocò l’invasione russa della Georgia.
L’armata delle tenebre ha un solo punto debole: le liti tra diverse agenzie, in lotta feroce per il potere. Molti analisti pensano che il golpe ordito dal Gru in Montenegro nel 2016 sia fallito proprio per le informazioni fatte filtrare dai rivali interni. Sono così devoti all’inganno da tradirsi l’un l’altro. Chissà che non stia accadendo anche ora.
(da agenzie)
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