ECCO I TELEGIORNALI “EQUILIBRATI”: AL TG1 IL PDL HA AVUTO IL 60,07% CONTRO IL 19,59% DEL PD, AL TG5 IL 40,06% CONTRO IL 9,16%
AL TG2 E TG3 IL 50% CONTRO IL 27%, AL TG4 IL 58,37% CONTRO IL 19,91%…GLI SPAZI DEL PREMIER: 11,13% CONTRO IL 4,25% DI BERSANI, AL TG4 IL 33,19% CONTRO IL 3,28%, AL TG5 IL 21,09% CONTRO IL 2,43%…SEGATI I PICCOLI PARTITI, MA, PER IL PREMIER, CASINI E’ TROPPO IN TV
Abbiamo già reso edotti i nostri lettori sulla multa di 100.000 euro ciascuno comminata da Agcom al Tg1 e al Tg5 per il perdurante squilibrio di spazi informativi tra maggioranza ed opposizione nel nostro sistema televisivo.
A fronte di questa sanzione, deliberata all’unanimità dall’Autorithy di controllo, composta, lo ricordiamo, da quattro componenti di maggioranza e altrettanti di minoranza, Rai e Mediaset hanno preannunciato ricorso, parlando di telegiornali “sostanzialmente equilibrati”.
Quindi nessun “perdurante squilibrio tra Pdl e Pd”, unito a una “marginale presenza delle nuove liste”.
Lo stesso premier si è più volte lamentato della par condicio che favorirebbe i partiti minori a scapito del suo che non avrebbe spazio adeguato sui media. Vediamo nel dettaglio i dati raccolti da Agcom nella settimana dal 14 al 20 marzo, la penultima prima della votazione.
Iniziamo con gli spazi dedicati alle parole di Berlusconi, ai suoi interventi riportati dai Tg: 3 ore e 45 minuti, contro 1 ora e 30 minuti di Bersani. Passiamo ai minuti suddivisi per telegiornale: al Tg1 Berlusconi ha parlato per 11,13 minuti contro i 4,25 di Bersani, al Tg2 10,08 contro 4,05, al Tg3 2,50 contro 3,48, al Tg4 33,19 contro 3,28, al Tg5 21,09 contro 2,43, a Studio Aperto 9,05 contro 4,18.
Per un totale di 3 ore e 45 minuti contro 1 ora e 33 minuti di Bersani.
Ma andiamo a vedere il confronto tra Pdl e Pd, come presenze: al Tg1 il Pdl raccoglie il 60,07% contro il 19,59% del Pd, al Tg2 il 52,08% contro il 27,68%, al Tg3 il 50,26% contro il 27,81%, al Tg4 il 58,37% contro il 19,91%, al T5 il 40,06% contro il 9,16%, a Studio Aperto il 52,71% contro il 28,66%.
Fa sorridere la tesi difensiva del Tg1 e del Tg5 che parlano di “equilibrio”, quando il rapporto è di 3 a 1 in media: probabilmente da quelle parti hanno un concetto di equilibrio piuttosto “instabile”.
Da considerare che l’ammenda di 100.000 euro alla Rai finisce che lo pagano gli italiani con il loro canone, mentre dovrebbe essere a carico di chi ha commesso o consentito l’ingiustizia.
Il problema a nostra parere è più vasto e riguarda altri aspetti: notizie che non vengono date, altre ridimensionate o enfatizzate a secondo dei casi, altre taciute e censurate.
Un modo di fare informazione vergognosamente al servizio del potente di turno e non certo del popolo italiano.
Quello che infastidisce in modo particolare in questa ultima denuncia è l’atteggiamento del premier che continua a parlare di complotti ai suoi danni da parte delle tv, quando poi di fatto ne controlla cinque su sei e gli spazi che gli sono dedicati sono tre volte quelli del suo principale antagonista.
Per arrivare all’umorismo di accusare Casini di essere troppo in Tv e per non parlare delle piccole liste che spazio non ne hanno mai.
La nostra concezione di destra è diversa: 50% al governo, 50% all’opposizione.
E’ così che si aiutano entrambi i poli a crescere e con essi la cultura politica del nostro Paese.
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