EFFETTO BREXIT: IL GOVERNO INGLESE STIMA QUATTRO ANNI DI FLESSIONE DEL RITMO DI CRESCITA, BOOM DEL DEBITO E COSTI AGGIUNTIVI PER 122 MILIARDI DI STERLINE NEI PROSSIMI 5 ANNI
ADDIO AL PAREGGIO DI BILANCIO, RIDUZIONE DELLE PREVISIONI SUL PIL
Londra misura l’effetto Brexit: quattro anni di flessione del ritmo di crescita, l’addio al pareggio di bilancio, un boom del debito pubblico, costi aggiuntivi per 122 miliardi di sterline nei prossimi 5 anni.
IL PIL RALLENTA
Nell’Autumn Statement il Cancelliere per lo Scacchiere inglese, Philip Hammond, ha delineato uno scenario economico che, dopo un buon 2016, vede un progressivo rallentamento, che si protrarrà nel tempo.
L’anno in corso andrà meglio delle previsioni, con il Pil a +2,1% contro il 2% stimato a marzo, poi gli effetti del “Leave” si abbatteranno sulla Gran Bretagna.
Nel 2017 il Pil britannico si fermerà all’1,4%, ben 0,8 punti sotto le precedenti previsioni; nel 2018 il Pil dovrebbe registrare un +1,7%, con una revisione delle stime di 0,4 punti; nel 2019 la crescita arriverà al 2,1%; nel 2020 al 2%.
Solo nel nuovo decennio la Gran Bretagna riprenderebbe il ritmo di crescita immaginato nell’era pre-Brexit.
A pesare sarà soprattutto la pesante flessione dei consumi.
ADDIO PAREGGIO DI BILANCIO.
Il governo britannico stima in 122 miliardi di sterline, pari a 143 miliardi di euro, le spese aggiuntive che dovrà fronteggiare nei prossimi 5 anni per uscire dall’Unione europea.
La cifra corrisponde, secondo quanto riferisce il governo, alle spese aggiuntive previste per coprire il periodo fino all’inizio del 2021, in cui Londra ha stimato un rallentamento della crescita economica.
Il responsabile del Tesoro ha detto che Londra ha formalmente abbandonato il suo piano di raggiungere il surplus di bilancio entro il 2020, rinviando il progetto a data da destinarsi.
Nel periodo 2017/2018 il debito pubblico dovrebbe così portarsi su un picco pari al 90,2% del Pil.
“Il nostro compito ora è preparare l’economia a essere forte nel momento in cui usciremo dall’Unione europea e in buona forma per la transizione che seguirà “, ha spiegato Hammond al Parlamento di Westminster.
SPINTA SUGLI INVESTIMENTI.
Hammond ha annunciato che la corporate tax nel 2020 scenderà al 17%, un provvedimento atteso dopo che il primo ministro Theresa May aveva annunciato una misura per la competitività . È previsto anche un fondo da 23 miliardi di sterline per stimolare la produttività .
Il Governo intende portare l’investimento in infrastrutture economiche all’1-1,2% del Pil dal 2020, rispetto all’attuale 0,8%.
Il governo intende inoltre sostenere il settore immobiliare e a questo scopo ha promesso investimenti per 1,4 miliardi di sterline per la costruzione di 4 mila nuove abitazioni, mentre allo stesso tempo propone di cancellare la cifra dovuta dalle famiglie alle agenzie immobiliari al momento della sottoscrizione di un contratto di affitto.
Tali costi si attestano in media a 337 sterline (quasi 400 euro) secondo il ministero. Un miliardo di sterline sarà destinato alla fibra ottica e alla diffusione del 5G nel Paese.
Per venire incontro invece alle esigenze delle fasce di popolazione meno abbienti, il Governo ha annunciato l’aumento del salario minimo del 4% a 7,5 sterline all’ora, pari a 8,8 euro, a partire dall’aprile 2017.
Lo scorso marzo la cifra era stata già aumentata da 6,70 a 7,20 sterline.
(da “Huffingtonpost”)
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