EPURATO DALLA LEGA: SI DIMETTE IL RETTORE DELLA NORMALE DI PISA
ERA STATO ATTACCATO DAI LEGHISTI PER IL PROGETTO DI UNA SECONDA SEDE A NAPOLI
Il professor Vincenzo Barone, rettore della Normale di Pisa, ha presentato le dimissioni nel corso della seduta del Senato accademico.
Attaccato dalla Lega per il “progetto Napoli” – l’apertura di una seconda sede della Scuola in Campania – e messo in minoranza nel Senato Accademico, Barone si è convinto che la battaglia era ormai persa e un ulteriore muro contro muro, dicono in molti a Palazzo della Carovana, avrebbe solo ulteriormente danneggiato l’immagine della Normale e anche quella dello stesso direttore.
Considerato anche “il forte dissenso interno che si è immediatamente sviluppato su questo e altri elementi chiave del mio programma di mandato”, appare “evidente che le mie dimissioni da direttore siano inevitabili, come, peraltro, ho sempre riaffermato: non sono e non potrei mai essere un direttore che non cerchi di realizzare il mandato per cui è stato eletto” afferma nella lettera di dimissioni recapitata al Senato accademico, il direttore Vincenzo Barone che ricorda anche che il progetto di una “Normale al Sud ha sempre fatto parte del mio programma di mandato”.
“La scuola così costruita – spiega Barone – doveva poi poggiarsi interamente sulle proprie gambe e camminare da sola: la Scuola Normale Superiore di Pisa doveva solo essere il miglior ‘incubatore’ possibile. Già l’articolo di legge approvato alla Camera non corrispondeva esattamente a questo progetto, ma, soprattutto, la versione finale approvata il 30 dicembre scorso rappresenta un completo stravolgimento dell’idea iniziale, ricondotta all’ennesima scuola locale, filiazione di un’università madre e senza nessuna autonomia”.
Infine, Barone sottolinea che “la mozione di sfiducia al direttore è stata introdotta da me per la prima volta nello statuto della scuola” ma segnala con amarezza “l’accelerazione inusuale dell’insoddisfazione generale, peraltro durante una mia assenza per malattia”.
Ieri e assemblee del personale avevano dato mandato ai loro rappresentanti nel Senato Accademico di votare la sfiducia: il pronostico parlava di 12 voti a favore della mozione e un astenuto, il vicedirettore che ricopre un ruolo di garanzia.
La decisione arriva al termine di una lunga polemica legata ad un suo progetto di voler aprire una seconda sede della prestigiosa scuola di Pisa nel Sud Italia in virtù di una collaborazione con l’Università Federico II di Napoli.
Un progetto che, una volta reso pubblico, ha scatenato polemiche sia all’interno del mondo accademico che del mondo politico.
“Eppure resto convinto che, in una città piccola come Pisa, la Normale possa risultare competitiva solo come capofila di un progetto più vasto” afferma Barone in un’intervista al Foglio in edicola oggi, in cui denuncia il sovranismo accademico messo in piedi dalla Lega, che ha lottato perchè la Normale rimanesse solo pisana.
“La Lega è stata un po’ contraddittoria con se stessa” dice il professore, la versione iniziale della legge l’avevano scritta loro, non io: ma di fronte a una rivendicazione campanilistica, hanno ritenuto che i poteri locali dovessero prevalere sull’autonomia dell’università “.
E al fianco della Lega, prosegue Barone, “c’è una totale assenza dei 5 Stelle, che si erano detti molto interessati; da quel lato, silenzio assordante”.
Grande eco aveva avuto anche la denuncia di Vincenzo Barone sulle enormi difficoltà di promuovere una donna nel mondo universitario.
Fra i più agguerriti contestatori dell’ipotesi di dar vita ad una seconda Normale a Napoli, il sindaco di Pisa Michele Conti e il deputato toscano Edoardo Ziello (entrambi della Lega) che hanno apertamente osteggiato il progetto di Barone.
(da “Huffingtonpost”)
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