EXPO, DALLA CINA SENZA FURORE: LA BALLA DEL MILIONE DI TICKET
L’ANNUNCIO DI SALA, MA AL MINISTERO RISULTANO SOLO 13 MILA VISTI DA PECHINO
Quasi 9 milioni di biglietti venduti, 5,5 milioni all’estero e ben 1 milione in Cina.
Per il commissario Giuseppe Sala si tratta di un record, mai un’esposizione universale aveva raggiunto dati di prevendita così alti prima dell’apertura.
Le previsioni di afflusso di turisti raccontano però un’altra storia.
Secondo i dati del ministero degli Affari esteri, tra gennaio e marzo 2015 la rete dei consolati e delle ambasciate italiane all’estero ha trattato 346.056 pratiche di visto, il 16,8 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
Il dato cinese è in effetti in aumento: 87.839 visti nei primi tre mesi dell’anno rispetto ai 74.237 rilasciati nello stesso periodo dell’anno precedente: sono 13.602 visti in più.
È un dato che va preso con qualche cautela poichè, come spiegano al ministero, il visto si può richiedere al massimo con tre mesi di anticipo rispetto alla partenza (solo da febbraio inoltrato quindi si possono ipotizzare le prime richieste legate all’Expo).
Il volume di visti sembra comunque smentire la ressa all’acquisto di biglietti per l’esposizione. Per credere che un milione di cinesi sia corso a comprare i biglietti prima ancora di aver ottenuto il visto ci vuole insomma una buona dose d’ottimismo.
La realtà è che i numeri sbandierati da Expo si riferiscono per lo più a biglietti piazzati a tour operator e broker, i quali devono poi cercare di rivenderli al pubblico.
Che al momento non sembra entusiasta
Del resto, nonostante i 50 e passa milioni spesi finora in comunicazione, l’Italia non ha brillato nella comunicazione dell’esposizione verso il Paese asiatico.
Nessuna indicazione in lingua: il portale internet in mandarino lanciato nel 2010 è “in manutenzione” da più di un anno; il sito realizzato dal ministero per i Beni culturali e il turismo, dall’agghiacciante nome “verybello”, è solo in italiano e inglese; senza nemmeno un ideogramma è pure il portale principale dell’Ente nazionale per la promozione turistica, “italia.it  ”
Una conferma dello scarso entusiasmo che ha raccolto finora in Cina l’evento che dovrebbe mostrare il meglio dell’Italia è l’analisi fatta da Wonderful Expo, il sito turistico ufficiale di Expo 2015 (in collaborazione con un’agenzia di comunicazione digitale con sede in Cina), su più di 330 mila conversazioni sui social media e altre fonti utili per capire il grado di conoscenza e interesse del pubblico online cinese verso Expo 2015 e le connesse destinazioni turistiche.
Ne verrebbe fuori che l’interesse è assai scarso, l’Italia è dietro alla Francia, che genera 1,4 volte più prenotazioni e oltre 2 volte più interesse e, come meta gastronomica, addirittura anche dietro all’Australia, che la supera di 1,9 volte per le prenotazioni , grazie all’immagine della cucina australiana sostenuta da una recente campagna globale costata 40 milioni di dollari australiani.
Del resto, che al di là dei proclami la ressa per Expo 2015 non ci fosse l’avevano già constato gli albergatori.
“Noi siamo ottimisti, ma la situazione degli alberghi è tale che sembra che Expo non ci sia”, ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a margine di un convegno di Confcommercio il 28 marzo scorso
Expo dovrebbe ripagare gran parte dei costi di gestione dell’esposizione con i ricavi dalla vendita dei 24 milioni di biglietti ipotizzati dal management.
I costi di gestione previsti sono di 800 mila euro: è chiaro che se i biglietti venduti saranno molti meno, questo sancirebbe l’Expoflop, oltre che un aggravio di spesa per chi paga le tasse.
Gianni Barbacetto e Marco Maroni
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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