EXPO DI MILANO TRA RITARDI E RIDUZIONE DEI FONDI
UNA STRANA PRASSI: SI RIDUCONO I VISITATORI PREVISTI DEL 3% PER GIUSTIFICARE UN TAGLIO ALLE SPESE DEL 25% …..TREMONTI EXPO’-SCETTICO STRINGE I CORDONI DELLA BORSA: I LAVORI SARANNO FATTI DI CORSA NEGLI ULTIMI MESI CON IL SISTEMA PROTEZIONE CIVILE?
Sarà anche che il prossimo 30 aprile, la città di Milano si registrerà ufficialmente al “Bureau international des expositions” di Parigi, con lettera di garanzia firmata dal governo italiano, ma certamente non si può dire che i lavori fervano o che i fondi siano stati messi sul piatto.
Dall’ultima riunione a palazzo Chigi sono emerse più ombre che luci: alla presenza di Letizia Moratti, commissario straordinario per il 2015, e di Lucio Stanca, amministratore delegato della società di gestione dell’Expo, il premier ha solo annunciato che “i soldi sono stati trovati”.
Ma che alla riunione sia rimasta una importante sedia vuota, quella del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, induce a qualche timore anche i più ottimisti.
Non è un mistero che Tremonti guidi da sempre la schiera degli Expo’-scettici e visto che dipende da lui scucire i soldini dalla borsa non può che destare sospetti un improvvivo ridimensionamento dei fondi a disposizione.
Il nuovo dossier predisposto ha infatti perso un miliardo di budget per strada, passando da 4 a 3 miliardi.
Giustificato da un ridimensionamento dei visitatori previsti, che da 21 scende a 20 milioni, mentre gli ingressi calerebbero da 29 milioni a circa 24-28 milioni.
Se la matematica non è un’opinione non si comprende come, di fronte a un calo di visitatori e ingressi del 2,5%-5%, si possa ridurre il budget del 25%. Evidentemente si tratta solo di una scusa e pure malposta.
Secondo il nuovo dossier, ora serviranno 3 miliardi di euro: 1,7 per le opere infrastrutturali e 1,2 per i costi di gestione, coperti dai ricavi (si spera).
La prima parte sarà assicurata per il 47% dal governo anche se, nelle percentuali, cala la quota dei privati e aumenta quella degli enti locali già alle prese con le difficoltà di cassa.
A preoccupare è anche il bilancio di Expo’ spa.
Non avrà infatti entrate fino al 2015 e per coprire il rosso la Regione pagherà 3,2 milioni e il Comune di MIlano ben 4,5 milioni.
E pensare che le ricadute economiche sono stimate tra i 40 e i 60 miliardi e si prevedono 70.000 nuovi posto di lavoro.
Forse sarebbe opportuno darsi ma mossa, anche per evitare che, come sempre accade in Italia, anche l’Expo’ 2015 non diventi una emergenza da trattare negli ultimi sei mesi con leggi speciali, magari affidando il tutto alla Protezione civile o similia, senza regole certe negli appalti e con i danni che sono derivati in passato alla Maddalena per il G8.
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