EXPO, LA VERITÀ NASCOSTA DEL FLOP DEI VISITATORI
IL COMMISSARIO NON RIVELA GLI INGRESSI REALI… AL “FATTO” NE RISULTANO SOLO 60 MILA NEI FERIALI, 140 MILA IL SABATO… SEGRETI PURE I BIGLIETTI DEL METRà’ E LA SPAZZATURA RACCOLTA
È l’Expo dei numeri segreti.
I tornelli certificano gli ingressi con assoluta precisione, giorno per giorno, ora per ora. Eppure, quanti sono i visitatori?
Resta un mistero, custodito meglio del terzo segreto di Fatima.
Il commissario Giuseppe Sala ha spiegato che deve evitare lo “stress” e non vuole cadere nella “trappola dei numeri”, perchè “c’è il rischio di esaltarsi o deprimersi, mentre io voglio che il mio team rimanga concentrato sulle cose da fare”.
In realtà , le cose da fare cambiano a seconda del numero dei visitatori. Ma lui niente: annuncia soltanto quanti biglietti sono stati venduti, “unico dato certificabile”.
Finora sono 11 milioni, dice contento.
Ma sono pacchetti parcheggiati in gran parte presso tour operator o grandi distributori, non ancora acquistati davvero da visitatori in carne e ossa.
I tornelli invece i numeri veri li sanno e li comunicano in tempo reale alla centrale operativa di via Drago, che controlla minuto per minuto ogni sospiro di Expo.
Ma non li rendono pubblici, per evitare lo “stress” a Sala e al suo team.
C’è di più: a Milano in questi giorni sono segretati perfino il numero dei viaggiatori sul metrò e i dati sulla spazzatura asportata, perchè potrebbero essere usati per calcolare gli ingressi Expo.
C’è un embargo patriottico da tempi di guerra. Sappiamo soltanto che gran parte dei visitatori arriva all’esposizione con la linea M1 del metrò.
Proprio per questo alla società Atm — che gestisce il servizio e sa benissimo quanti passeggeri ogni giorno sbarcano alla fermata Rho-Fiera-Expo — è stato ordinato di tenere acqua in bocca: vietato comunicare i dati.
Gli unici numeri in circolazione sono quelli delle trionfali, benchè ufficiose, proclamazioni dei primi giorni: “200 mila visitatori nel giorno d’apertura, malgrado la pioggia”, è stato fatto filtrare ai giornali.
Ancor meglio il 2 maggio: “220 mila ingressi”.
Ma sono cifre senza alcuna conferma ufficiale. Secondo le previsioni, i 24 milioni di visitatori attesi in sei mesi dovrebbero essere raggiunti ipotizzandone circa 100 mila nei giorni feriali, 200 mila il sabato e nei giorni festivi.
Anzi, ci sono documenti Expo che formulano previsioni precise, giorno per giorno.
Ecco quelle delle prime settimane: 1 maggio, 250 mila; 2 maggio, 180; 3 maggio, 180; 4 maggio, 70; 5 maggio, 70; 6 maggio, 80; 7 maggio, 80.
E così via, fino ai 180 mila ipotizzati per ieri 23 e per oggi 24 maggio.
Secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, la realtà è inferiore almeno del 30 per cento. Va abbastanza bene il sabato, male la domenica.
Gli ingressi sarebbero attorno ai 60 mila nei feriali, circa 140 mila il sabato e non più di 100 mila la domenica.
A mettersi le mani nei capelli hanno già cominciato i gestori dei parcheggi e dei ristoranti interni al sito.
Sono disperati perchè temono di non rientrare delle spese a causa dell’afflusso di pubblico molto più basso del previsto.
Preoccupata è soprattutto Arriva, società italiana delle ferrovie tedesche che ha vinto l’appalto per la gestione dei parcheggi: secondo le previsioni, il 50 per cento dei visitatori sarebbe dovuto arrivare in auto, con incassi per 11 milioni, invece i parcheggi sono vuoti al 90 per cento.
E Arriva è già in rosso perchè deve comunque garantire per tutto il giorno un costoso servizio di navette per portare chi ha parcheggiato fino ai tornelli d’ingresso.
La situazione è così preoccupante che Sala, il quale aveva lanciato finora appelli accorati perchè la gente usasse i mezzi pubblici, il 14 maggio ha cambiato messaggio: “Venite in macchina”.
E ora lancia l’idea di rendere il parcheggio gratuito. Ma così Expo dovrà pagare ad Arriva 3 milioni di penale.
Erano previsti anche 500 autobus al giorno, ma non ne arrivano più di 200.
I treni di Tre-nord erano pronti a trasportare 42 mila passeggeri al giorno, ne portano invece solo 6 mila.
Poi c’è Trenitalia. Racconta entusiasta che il numero di viaggiatori che raggiungono Milano con le Frecce è cresciuto del 20 per cento: “È l’effetto Expo”.
Peccato però che nello stesso comunicato dia le cifre di Torino (+70 per cento), Bologna (+25), Venezia (+21), Genova (+20): tutte più alte o uguali a Milano.
Quanto agli aerei, “nessun volo aggiuntivo per Expo”, rispondono dagli aeroporti di Linate, Malpensa e Orio al Serio.
Non c’è alcuna traccia, per ora, neppure dei voli speciali che dovrebbero portare a Milano il promesso milione di cinesi.
Sala dice di non guardare i dati per non essere sottoposto a stress. In realtà li guarda e, proprio per questo, ha cercato di correre ai ripari lanciando la formula dell’ingresso serale: chi entra dopo le 19 paga solo 5 euro , invece dei 39 euro del biglietto pieno, e nei weekend la chiusura è spostata alle 24.
Grande successo: Expo è diventata un’alternativa alla “movida” milanese, con gran rabbia di molti gestori di bar e ristoranti in città , sui Navigli o a Brera, che si vedono sfilare i clienti dalla concorrenza dell’esposizione.
I visitatori serali fanno numero, ma non visitano i padiglioni, si limitano per lo più a bere birra e mangiare hamburger.
Faranno bene alla contabilità finale degli ingressi, ma non ai bilanci (pagano solo 5 euro), nè alle iniziative di Expo in città .
In compenso costringono a un superlavoro non previsto Atm per i trasporti, la Polizia locale per la sicurezza e l’Amsa per la pulizia e la gestione dei rifiuti
Sui numeri, comunque, restano amplissimi i margini d’incertezza.
Eppure sarebbe semplice por fine a ogni dubbio: basterebbe comunicare ogni giorno il numero dei visitatori.
A meno che non si debba cercare di nascondere un flop.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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