FALSO IN BILANCIO, LA MANINA E IL REATO CHE SI ANNACQUA
ORLANDO SI DIFENDE: “NORMA DECISA A FINE AGOSTO”… IL PD: “SERVE PIÙ SEVERITà€”
Questa volta la “manina” non è sbucata dal nulla.
Il terzo comma dell’emendamento 7.10000 non approfitta del clima di distrazione natalizia.
Arriva da lontano, dalla fine dell’estate, tiene a precisare il ministero della Giustizia.
È dal 29 agosto che in via Arenula, “salvo intese” con palazzo Chigi, avevano deciso che le soglie di non punibilità del falso in bilancio restassero le stesse identiche che tredici anni fa volle Silvio Berlusconi.
La denuncia era arrivata ieri: i Cinque Stelle in commissione Giustizia al Senato, alle prese con gli emendamenti al ddl anti-corruzione presentati il 7 gennaio dal governo Renzi, si erano accorti che quella norma — che delimita il reato delle false comunicazioni sociali — era spiccicata a quella che fu scritta nel 2002 e che finì ad ingrossare le fila delle famigerate leggi ad personam .
“Un’altra prova del patto del Nazareno”, tuonano i Cinque Stelle, considerandola una pedina ad hoc per la prossima partita del Quirinale.
Ma il ministro Orlando — che ha materialmente depositato gli emendamenti in commissione la settimana scorsa — ricostruisce i fatti e ricorda che quella norma sta nei cassetti del Senato dal 20 novembre scorso.
Poi, siccome in commissione il ddl anticorruzione ha finalmente ripreso a camminare dopo i mesi di stallo, hanno pensato di trasformare quel progetto di legge in un emendamento, in modo da accelerare la sua corsa.
“Non c’è nessun piano alle spalle”, “il patto del Nazareno non c’entra nulla”, ha spiegato ieri Orlando. E ha aggiunto: “Dire che la nostra proposta indebolisce il falso in bilancio è contro la realtà ”.
In effetti, nemmeno i Cinque Stelle sostengono questo. Apprezzano l’aumento delle pene, per esempio.
Ma aggiungono che se rimane la norma per cui “chi falsifica il bilancio in misura inferiore al 5% del risultato economico di esercizio, cioè dell’utile d’impresa, o nella misura dell’1% del patrimonio netto, non è penalmente perseguibile”, “si può pure avere l’ergastolo, tanto nessuno verrà punito: è il principio che da tredici anni a questa parte ha svuotato il reato di falso in bilancio, ormai non si celebra più nemmeno un processo in materia”, sostiene il Cinque Stelle Maurizio Buccarella.
Lo stesso vale per la difesa delle piccole imprese, quelle che possono sbagliare i conti perchè non hanno uffici dedicati e qualificati, altro punto con cui Orlando giustifica le soglie: “Siamo i primi a non voler punire l’errore — insiste Buccarella — ma solo i casi in cui c’è il dolo”.
Per la verità , anche nel Pd, si levano voci critiche.
Felice Casson ha annunciato che presenterà emendamenti contro la proposta del governo. Il collega Giuseppe Lumia ammette che “rimane una questione aperta, quella cioè delle cosiddette soglie, la cui modifica discuteremo con il governo. Come gruppo Pd — conclude — proporremo un emendamento che superi il problema delle soglie per definire così un testo severo e condiviso”.
Paolo Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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