“FINALMENTE IN ITALIA C’E’ UN MINISTRO CON LE PALLE”: IL COMMENTO DI UN SENATORE DOPO L’URAGANO CANCELLIERI IN AULA
“MAI FATTO PRESSIONI O INGERENZE, FIDUCIA PIENA O ME NE VADO”… “SONO UNA PERSONA LIBERA, NELLA MIA CARRIERA MAI STATA INFLUENZATA DA NULLA E NESSUNO, SFIDO CHIUNQUE A DIMOSTRARE IL CONTRARIO”
Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha risposto poco fa in Senato dell’accusa di aver favorito Giulia Ligresti, arrestata il 17 luglio nell’ambito dell’inchiesta torinese su Fonsai, per l’ottenimento dei domiciliari.
Il ministro Cancellieri è arrivata a Palazzo Madama insieme al presidente del Consiglio, Enrico Letta, al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, e al viceministro allo Sviluppo, Antonio Catricalà , con i quali si è riunita per una breve riunione nella Sala del Governo prima di riferire in Parlamento. Il ministro Cancellieri ha ripercorso nei dettagli in Aula tutta la vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti.
«La ricostruzione dei fatti dovrebbe far spazio ad una riflessione seria e pacata sulla mia condotta, la scarcerazione non è avvenuta a seguito di una mia pressione. Non ho mai sollecitato nei confronti di organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso. La decisione della magistratura è stata indipendente e non sono mai intervenuta sul caso di Jonella Ligresti”.
«FIDUCIA DECISIVA»
Per il ministro Cancellieri «la fiducia è decisiva per andare avanti nell’incarico di ministro della Giustizia»: «Se dovessi essere d’intralcio a questo Governo sono pronta a fare un passo indietro».
Nel corso del suo intervento la Cancellieri ha ribadito di essere e essere stata «amica di Antonino Ligresti», ma «in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali» con questi o con altri.
Il ministro ha poi spiegato che il medico del carcere di Vercelli il 12 agosto aveva rilevato la gravità del caso di Giulia Ligresti e il 14 lo segnalò alla procura.
«Le mie segnalazioni, invece, sono del 19, cinque giorni dopo».
Nella telefonata con Gabriella Fragni, ha proseguito il Guardasigilli,«esprimevo un sentimento di vicinanza e mi rendo conto che qualche espressione possa aver ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere i miei sentimenti sul distacco che il ruolo del ministro mi dovevano imporre», ma «mai ho derogato dal mio dovere».
Le «segnalazioni sulle condizioni di salute dei detenuti – continua il ministro – possono venire o dall’interno della struttura carceraria, dall’esterno, dalle associazioni», risponde «ad un dato di realtà , che con le segnalazione di aventi critici, si è abbassato il tasso dei suicidi e di eventi critici nelle carceri. Ho dedicato parte rilevante del mio ruolo da Guardasigilli a cercare soluzioni per migliorare la situazione delle carceri».
ACCUSE INFONDATE
Nel caso di Giulia Ligresti, ha proseguito la Cancellieri, «se non fossi intervenuta sarei venuta meno a miei doveri di ufficio».
Poi il ministro ha aggiunto:«È vero, non tutti hanno la possibilità di bussare alla porta del ministro della Giustizia, non tutti hanno un diretto contatto. Ma posso garantire che nessuno più di me avverte questa disparità in tutta la sua dolorosa ingiustizia. È difficile essere vicini a tutti i detenuti».
“Finalmente possiamo dire che in Italia ogni tanto c’è un ministro con le palle”. Lo ha detto Mario Ferrara (Gal) concludendo in aula il suo intervento dopo l’informativa del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sul caso Fonsai.
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