FINI A LOCRI RICORDA FORTUGNO: “GIUSTO ESSERE ESTREMISTI DELLA LEGALITA, NON VI SONO VITTIME DI SERIE A E DI SERIE B”
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA IN CALABRIA NEL QUINTO ANNIVERSARIO DEL DELITTO DI FORTUGNO…AI GIOVANI: “NON CHIEDETE FAVORI, NON BUSSATE, FATE VEDERE IL VOSTRO VALORE SENZA CHIEDERE NULLA A NESSUNO”
Con la deposizione di alcune corone di fiori a Palazzo del Rio sono iniziate a Locri le iniziative in ricordo del quinto anniversario della morte di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso dalla ‘ndrangheta davanti al seggio allestito per le allora primarie del centrosinistra con 5 colpi di pistola.
Fortugno, esponente della Margherita, morì il 16 ottobre 2005, in Corso Vittorio Emanuele, nel centro cittadino di Locri. Ai funerali partecipò anche l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
La pista seguita dagli inquirenti ha portato quasi subito tra gli affari della sanità calabrese. Fortugno era stato anche primario del pronto soccorso di Locri prima di essere eletto e si occupava dei problemi del settore sia da politico che da sindacalista.
«Ogni qual volta viene assassinato un martire, una vittima della mafia, deve essere sentito come cittadino d’Italia, simbolo di tutti gli italiani. Dividere, come a volte si fa, è il regalo più grande alla criminalità , non devono mai esistere vittime di serie A e B».
Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini nel corso del suo intervento al convegno “Legalità è”, in corso a Locri, nel quinto anniversario del delitto di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale calabrese ucciso cinque anni fa.
«Il principale problema del Meridione, oltre ovviamente alle mafie, alla disoccupazione ed alla carenza di infrastrutture, è l’abitudine, distillata nel tempo, di chiedere, di bussare» ha aggiunto Gianfranco Fini che ha invitato i molti studenti presenti «a non chiedere favori, a non bussare. Voi giovani dovete far vedere il vostro valore senza chiedere nulla a nessuno»
«Occorre fare fronte comune non solo in occasione delle tragedie o nelle commemorazioni. Il problema è fare fronte comune per recepire le istanze della magistratura e delle forze di polizia», ha aggiunto ancora Fini.
Che ha concluso: «Non bisogna far cadere nel vuoto il grido di dolore che arriva dalle Procure per mancanze di mezzi o dalle forze dell’ordine, che a volte hanno numeri inferiori rispetto alle necessità . Bisogna non far mancare mezzi e risorse a chi è in prima line. E serve infine perseguire non solo chi commette i delitti, “i killer”, ma chi c’è dietro, “i colletti bianchi”, chi “c’è dietro ai killer” ».
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