FIORITO AI PM: “TUTTI CHIEDEVANO SOLDI, LA POLVERINI NON POTEVA NON SAPERE”
L’EX CAPOGRUPPO HA PARLATO DI UN SISTEMA DI RIMBORSI SPESA A CUI SI POTEVA ACCEDERE FACILMENTE
“Così facevan tutti” e la presidente non poteva non sapere.
Il capogruppo del Pdl Franco Fiorito, indagato per peculato, si è scagliato contro tutti ieri durante l’interrogatorio fiume davanti agli inquirenti romani.
“Tutti i consiglieri regionali del gruppo Pdl chiedevano soldi. Erano diventati insopportabili, una persecuzione. Mi telefonavano continuamente o mi aspettavano fuori dall’ufficio per chiedermi soldi per cene, book fotografici, manifestazioni. Mi sono stati chiesti anche 10 mila euro per una cena di 300 persone in locali in cui non so se potessero contenere tutte quelle persone”.
Il politico regionale ha snocciolato una per una le richieste dei colleghi e scaricato una valanga di documenti a supporto.
E sul banco degli imputati di sprechi e non solo Fiorito mette anche l’ex segretario del sindacato Ugl: ”La presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere, poichè si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto, dell’accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall’ufficio di presidenza”.
Un accordo di ripartizione dei fonditra tutti i gruppi del consiglio regionale in funzione della loro consistenza politica che prevedeva l’assegnazione di 100 mila euro l’anno a ciascun consigliere per finalità politiche ed un accordo all’interno del Pdl che raddoppiava o triplicava tale assegnazione a seconda degli incarichi ricoperti.
Ecco il sistema, secondo Fiorito, in vigore alla Pisana.
Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti della Procura di Roma quindi è finita la posizione di diciassette politici regionali.
Fiorito ha descritto ”una gestione caotica” dei fondi ai quali si poteva “accedere con estrema facilità , anche solo con una telefonata” ha detto agli investigatori della Guardia di Finanza e agli inquirenti che hanno subito disposto gli accertamenti.
E così questa mattina gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza hanno visitato si la sede del Consiglio regionale del Lazio per acquisire nuovi documenti e cercare documentazione cartacea e informatica.
Blitz necessario per trovare i riscontri alle parole e alle carte depositate da Fiorito. Documenti e fatture che rappresenterebbero anche la prova di operazioni inesistenti.
L’avvocato Carlo Taormina che assiste Fiorito spiega così l’interrogatorio: “Il mio assistito ha chiesto ai pubblici ministeri di indagare, di andare a guardare se a fronte dei soldi concessi corrisponda o meno l’organizzazione di un convegno, l’affissione di un manifesto, la pubblicazione di un testo. Comunque — ha detto ancora Taormina — Ai magistrati ha consegnato anche documenti riguardanti le somme e le indennità a lui liquidate”.
A chi gli ha chiesto se Fiorito ha accusato i colleghi Taormina smorza: “Accusare è una parola grossa. Fiorito ha chiesto che l’autorità giudiziaria proceda per comprendere che i materiali documentari che abbiamo depositato possano portare a una conclusione in tal senso”.
Sul sistema di elargizione dei fondi ai gruppi consiliari laziali Taormina ha poi detto che “era un sistema ben collaudato almeno dall’inizio di questo mandato.
Il sistema chiama in causa chi decideva ovvero l’ufficio di presidenza regionale da dove partivano le assegnazioni delle erogazioni.
Fiorito ha chiesto che si facciano accertamenti su tutti i gruppi perchè i benefici li hanno avuti tutti. Può darsi che Fiorito abbia delle responsabilità , ma se le ha lui le hanno tutti”.
Sul ruolo della Polverini il legale aggiunge: “Sul piano politico sono affari dei politici, ma quello che voglio dire è che eventuali accertamenti possono essere utili. La Polverini ha avuto una sua lista e un suo gruppo e se ci sono stati privilegi potrebbe averli avuti anche il suo gruppo”.
Fiorito agli inquirenti ha anche detto che “se ha commesso errori è pronto a pagare”. Per lui però potrebbe essere in arrivo altri guai.
Nei prossimi giorni infatti sarà ascoltato dal pm di Viterbo Massimiliano Siddi per reati connessi ad un’inchiesta aperta sulla gestione di fondi regionali.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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