“FONDI ANCHE ALLO STAFF DI SALVINI”: SPUNTANO OPERAZIONI TRA SOCIETA’ E PARTITO, PARTE DEI SOLDI PER PAGARE MORISI E FOA JR
LA VICENDA SI INTRECCIA CON L’INDAGINE SUI 49 MILIONI, INTERROGATORIO FIUME PER SCILLIERI
“Operatività non coerente rilevata tra diverse società , coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, e il partito politico Lega Nord” molte delle quali “riconducibili a (…) dottori commercialisti” di Bergamo e Milano”.
E poi “operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (…) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili al (…) partito politico”.
È il quadro descritto in una segnalazione di operazioni sospette, un ‘sos’, dell’Uif di Bankitalia del 2019 riportato in una informativa trasmessa lo scorso aprile dalla Guardia di finanza ai magistrati di Milano che indagano sui fondi della Lega: inchiesta che una settimana fa è sfociata negli arresti domiciliari di Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Mazoni, tre professionisti vicini al movimento.
Nel rapporto degli ispettori di via Nazionale – già l’anno scorso – si traccia la cornice dentro la quale stanno indagando il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi in una vicenda che ha delle connessioni anche con quella dei 49 milioni spariti e su cui è attiva la Procura di Genova.
In un passaggio si sottolinea che “a fronte di fondi ordinati” dal partito e “dal gruppo Lega.Salvini premier” a favore di entità collegate sono stati disposti pagamenti a favore” di Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri.
Inoltre, a proposito si parla anche del caso, già emerso, della società Valdolive “impegnata nel settore pubblicitario, precedentemente di proprietà ” di Vanessa Servalli barista e cognata di Di Rubba, che “ha ricevuto bonifici dalla Lega Nord, dalla Partecipazioni Srl e dallo Studio Dea Consulting Srl”, nomi ricorrenti nell’indagine milanese.
“Tali fondi – si legge – sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff” dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, “Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini”.
Intanto, lontano dalle stanze della procura di Milano, Michele Scillieri, il commercialista vicino alla Lega finito agli arresti domiciliari giovedì con i colleghi Alberto Di Rubba e Andrea Mazoni, ha risposto alle domande dei pm titolari dell’inchiesta su Lombardia Film Commission.
Un interrogatorio iniziato in mattinata e proseguito nel pomeriggio. Sul contenuto c’è il massimo riserbo, ma appare scontato che le prime domande si siano concentrate sull’affare del capannone di Cormano il cui prezzo di vendita, secondo la procura di Milano, sarebbe stato gonfiato.
Proprio sui rapporti con il Carroccio e sui conti correnti potrebbe aver risposto il commercialista. Scillieri è considerato l’uomo dietro la società panamense Gleason Sa: 400 mila euro usciti dalle casse della Lombardia Film Commission sarebbero finiti, secondo i pm, sul conto svizzero della società panamense
(da agenzie)
Leave a Reply