FORZA ITALIA, CONCLAVE DEI BIG SENZA SILVIO
SINDROME DISSOLUZIONE: RISULTATO AMMINISTRATIVE, SENTENZA CORTE STRASBURGO E COMPIMENTO DEGLI 80 ANNI
L’ammainabandiera di Forza Italia, in vista delle amministrative e ancor più delle politiche (col listone a imprinting leghista), rischia di polverizzare quel che resta del partito.
Il panico e la voglia di fuga segnano anche questi primi giorni dell’anno tra i berlusconiani. Subito dopo l’Epifania i “colonnelli” forzisti si sono dati appuntamento a Roma per fare il punto della situazione: bisogna evitare di restare sepolti dalle macerie.
Mentre il capo resta sempre più distante e disinteressato ad Arcore. Ci sarano capigruppo, ex An, pochi altri dirigenti.
Renato Brunetta — dopo le voci che continuano a rincorrersi su un suo avvicendamento — è il più nervoso: «Se davvero mi fa fuori, io esco e faccio un mio partito, poi voglio vedere…» è lo sfogo fatto in queste ore dal capogruppo a pochi amici.
Il fatto è che il 2016 rischia di segnare l’uscita di scena del Cavaliere, come ragionano i dirigenti più alti in grado.
Incombono tre “minacce” in pochi mesi. Non solo il risultato delle amministrative di giugno. Ma anche la sentenza attesa per maggio della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che, come hanno spiegato i legali al loro assistito, difficilmente sovvertirà gli effetti della legge Severino riabilitandolo in Italia.
E infine la terza mannaia più simbolica che concreta: gli 80 anni tondi che compirà a settembre. Così, la chiusura della sede del partito il 31 gennaio, con annesso licenziamento degli 80 dipendenti, è solo un aspetto dello smantellamento che porta molti a parlare di “ibernazione” di Forza Italia.
Le cinque-sei componenti in cui è frazionato ormai il partito giocano in proprio per salvare la pelle.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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