TUTTI PROMOSSI CON TOTI: MA IN REGIONE LIGURIA NON DOVEVA ENTRARE LA MERITOCRAZIA?
LA GIUNTA SFASCIO-LEGHISTA PREMIA I DIRIGENTI A PIOGGIA: BONUS EXTRA PER TUTTI
Elevati e immutabili, a dispetto di una crisi che non risparmia quasi nessuno. Merito anche di un “bonus” quasi sicuro, salvo penalizzazioni.
Sono gli stipendi dei dirigenti della Regione Liguria e del consiglio regionale, da anni anime distinte della stessa medaglia.
Retribuzioni che, soprattutto ai massimi livelli, ne fanno i principi indiscussi delle tante burocrazie liguri.
Peraltro al pari, com’è noto, dei loro compagni di viaggio politici – assessori e consiglieri – i cui emolumenti fanno impallidire i compensi di qualunque amministratore locale, dal sindaco del capoluogo in giù .
Il punto di riferimento non è casuale, anzi.
Il Comune di Genova ha attuato da tempo una politica di rigore anche nella corresponsione della cosiddetta retribuzione di risultato.
Un surplus che spetta ai dipendenti pubblici, ed è assai più alto per i dirigenti, in funzione di alcuni obiettivi “strategici” e del comportamento tenuto dal dipendente. Uno sforzo che, senza voler entrare nel merito delle singole valutazioni, ha prodotto non solo risparmi notevoli, ma sfocia anche in un’immagine più verosimile dei rendimenti effettivi di ciascun graduato: da poco più di 16mila euro e rotti fino a 0 è la forbice, ampia, dei premi distribuiti in Comune e riferiti alle prestazioni nel 2014.
Un divario che racconta da un lato come il tentativo di cucire i bonus sul reale rendimento esista davvero.
E di come i dirigenti del Comune, pur conservando stipendi di tutto rispetto, a causa della riduzione del “tesoretto” che alimentare i premi, negli ultimi abbiano perso per strada fino a 20 mila euro lordi e più.
Evidentemente Toti e leghisti al seguito hanno preferito continuare sulla strada di Burlando: todos cabelleros, altro che meritocrazia annunciata.
(da “il Secolo XIX”)
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