FORZA ITALIA TENDE LA MANO A RENZI: “INSIEME CONTRO LA POLITICA DELL’AUSTERITA'”
BRUNETTA: “E’ NECESSARIA UNA MAGGIORANZA PIU’ AMPIA”
Sul «Mattinale» del gruppo Forza Italia della Camera, da qualche giorno è comparsa una riflessione che apre scenari suggestivi. «Non si giochi ai due forni, non credano Renzi e il suo staff di coordinare due maggioranze confliggenti a lungo, lucrando sulla rendita di questa anomalia. Non si fa. Pensiamo a soluzioni».
Già , quali soluzioni? Non avevano detto che la collaborazione doveva limitarsi alle riforme istituzionali ed elettorale? Berlusconi ritorna alle larghe intese?
Renato Brunetta, che del «Mattinale» è l’ispiratore, spiega che «alla lunga le due maggioranze non reggono: o diventa una o si spacca tutto».
Il presidente dei deputati azzurri è esplicito: si dovrebbe andare verso «una sola maggioranza quando c’è idem sentire per le riforme istituzionali e l’azione di governo: distinguerle è una pia illusione». Più chiaro di cosi…
Brunetta va oltre proprio sul piano dell’azione del governo. L’idem sentire, appunto, sulla diminuzione della pressione fiscale e sulle nuove regole del mercato del lavoro.
Ma il punto nevralgico su cui insiste il capogruppo di Fi è il confronto europeo.
Brunetta, che non parla a titolo personale, è interessato alle grandi scelte che Renzi dovrà compiere per mettere la parola fine alla politica dell’austerità .
«Queste svolte – precisa Brunetta – non si fanno con piccole maggioranze come quella che oggi sostiene Renzi.
Ci vuole tutto il Paese dietro e non si può pensare che una svolta del genere possa essere fatta con obiettivi di tipo elettorale.
Ti pare che la Merkel ti lasci sfondare il 3% perchè tu devi fare bella figura alle Europee? O che tutta la comunità politica ti consenta di fare un’operazione di questo tipo a solo tuo vantaggio». Secondo Brunetta dietro il premier ci deve essere «la grande forza del sistema Paese che si presenta unito in Europa».
Unica maggioranza: come rispetto all’attuale e alla composizione del governo? Ancora non c’è una risposta.
L’importante è porre il problema politico: la necessità di stringere un patto come è stato fatto con le riforme istituzionali.
Dice sempre Brunetta: «Del resto anche le questioni europee, la riforma del fisco, l’attacco al debito pubblico e il taglio della spesa improduttiva fanno parte di una grande riforma istituzionale. Come fai a farla senza il consenso del Paese?».
I tempi per scrivere questo patto ci sarebbero. Brunetta fa presente l’agenda europea e ricorda che entro aprile bisogna presentare il Def, i piani nazionali delle riforme, il programma di stabilità .
L’Europa li analizzerà a maggio e li approva nel consiglio di giugno. «L’Italia potrebbe presentare un pacchetto unitario e una strategia concordata tra le maggiori forze politiche. Altrimenti non c’è alcuna speranza che Italia possa avere successo. Un dibattito divisivo renderebbe il nostro Paese molto fragile nel momento in cui chiediamo deroghe in Europa».
Fin qui Brunetta, che di tutto questo avrebbe parlato con Berlusconi.
Il quale teme il risultato elettorale delle Europee e vorrebbe mettere il cappello sull’azione di governo.
Per la verità la sua maggiore preoccupazione è personale. Dietro l’angolo c’è il 10 aprile: il Tribunale di sorveglianza di Milano dovrà decidere se metterlo agli arresti domiciliari o riconcedergli i servizi sociali. Una data spartiacque.
In gioco c’è la libertà personale di un ex premier e del leader di una parte importante dell’opposizione che sta collaborando alle riforme istituzionali e alla legge elettorale.
La libertà del leader di un partito che al voto europeo del 25 maggio farà di tutto per non farsi prosciugare i consensi da Grillo e da Alfano.
Ma il Cavaliere si guarda soprattutto da Renzi.
E’ l’amico Matteo il più insidioso con quelle «ricette liberali» che Alfano cerca di intestarsi per portare l’asticella di Ncd sopra la soglia del 4%.
Fi non dà molto peso a Ncd. Altra cosa è il Pd a trazione Renzi.
Verdini considera Matteo «pericolosissimo»: «Lui è vent’anni avanti alla sinistra e parla direttamente ai nostri elettori».
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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