FORZISTI CONTRO VERDINI: “ERA UN FALCO, OGGI E’ UNA COLOMBA RENZIANA”
E BRUNETTA GLI CHIEDE UFFICIALMENTE DI TIRARE FUORI L’ACCORDO DEL NAZARENO
E’ la nemesi dell’ex falco che, diventato colomba filorenziana, verrà impallinato se non porta a casa un’altra riforma del Senato.
Il suo nome è Denis Verdini e non avrebbe mai immaginato, quando volava con gli artigli sguainati, che un giorno avrebbe lavorato in tandem con il principe degli smussatori, Gianni Letta, per convincere Berlusconi a scendere dall’Aventino.
L’ex Cavaliere rampante deve far sentire la sua voce al popolo, che un po’ alla volta lo sta abbandonando.
Deve far capire che lui c’è e ci sarà , anche se il 10 aprile i magistrati gli dovessero mettere la mordacchia.
Il capo ammaccato e zoppicante non vuole un Senato Profondo Rosso pieno di sindaci di capoluoghi regionali del Pd (a lui è rimasto solo Campobasso).
E non vuole che le maggioranze dei consigli regionali (in prevalenza rosse) mandino le loro truppe a Palazzo Madama.
«Ci sta fregando, ci sta intortando, ci sta fregando voti», continuano a ripetergli all’orecchio Santanchè e pitonesse varie.
E’ lo stesso ritornello che gli ripetono anche consiglieri moderati ed equilibrati come Giovanni Toti, l’attiva coordinatrice della Lombardia Mariastella Gelmini, il capogruppo Paolo Romano, che dovrà gestire in prima linea questa vicenda della riforma del Senato.
Berlusconi si tira a fatica sulla stampella e risponde «sì, gli stiamo dando troppo sangue, ha ragione Toti quando parla di abbraccio mortale.
Ma se ci sfiliamo ora senza combattere passeremo dalla parte dei conservatori e finire associato a Rodotà e Zagrebelsky per me sarebbe peggio del 41 bis».
Allora vola, Denis: porta con te zio Letta, e vediamo cosa sei capace di fare perchè, in casa Forza Italia, cominciano a parlare male di te. Dicono che sei tu il vero responsabile di questo «abbraccio mortale», il paradossale novello andreottiano che sta facendo di tutto per non staccare la spina delle riforme per consentire a Berlusconi di passare alla storia patria.
Come oggi suggerisce Giuliano Ferrara sul Foglio.
Dentro Forza Italia guardano con crescente sospetto a Verdini e c’è perfino chi (Renato Brunetta) gli chiede ufficialmente, in qualità di capogruppo alla Camera di Fi, di tirare fuori l’accordo del Nazareno per dimostrare che il suo corregionario Renzi sta barando, che si è scritto la riforma nel tinello di palazzo Chigi con la Boschi.
Ma Denis questo accordo non lo tira fuori: non vuole mettere in imbarazzo Matteo. «Che affari hanno in comune, cosa li lega?».
Sono domande che prima si sentivano nel Pd, dentro Sel, si leggevano su giornali antiberlusconiani trinariciuti.
Adesso le stesse domande rimbombano assordanti in Forza Italia. Molti si danno una risposta (negativa e traffichina), e altrettanti hanno fatto breccia in Berlusconi: «Denis sta contribuendo a tenerti stretto nelle spire del pitone di Pontassieve. Basta dire “quanto è bravo Renzi, quanto è simpatico, sembra uno di noi, Berlusconi giovane”. Be’, allora perchè i nostri elettori non dovrebbero votarlo?».
Ora il fiorentino renziano dovrà dimostrare di essere sempre il fedelissimo di Silvio e non di Matteo.
A cominciare dagli imminenti incontri con il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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