GIOVANI DISPOSTI A FARE QUALCUNQUE LAVORO, PURCHE’ PAGATO
INDAGINE IAL-CISL: SPAZIO ALLE ASPIRAZIONI, MA ANCHE REALISMO… PER TROVARE LAVORO IL 78% DICHIARA CHE SERVE CONOSCERE LE PERSONA CHE CONTANO, IL 53% CONFIDA NEL DESTINO… LE ABILITA’ PERSONALI ALL’ULTIMO POSTO
Per il 78% dei giovani italiani il “passepartout” per entrare nel mondo del lavoro è conoscere persone che contano.
Il 53% confida nelle dinamiche impreviste del destino e nella fortuna.
Mentre le variabili curriculari e le abilità personali sono riconosciute da poco meno della metà degli intervistati: serve preparazione (49%), motivazione e spirito di iniziativa (48%).
Anche la rilevanza dell’impegno nel lavoro (32%) è surclassata dall’appartenenza familiare (35%) e dalle funzionalità di un appoggio politico (41%).
Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca sulle nuove generazioni in Italia, promossa dallo Ial Nazionale — Innovazione Apprendimento Lavoro, in sinergia con la Cisl, e realizzata dall’Istituto Demòpolis, presentata a Roma.
Secondo l’indagine i giovani-adulti rivelano un piglio cinico singolare: nel segmento dei 18-34 anni, tutte le variabili personali o clientelari segnano un incremento degno di nota.
I ricercatori parlano di una “Weltanschauung del viandante” che emerge con prepotenza.
Nella certezza di poter nutrire aspirazioni, ma con parsimonia, il 71% degli intervistati dichiara che oggi è preferibile fare qualsiasi lavoro, purchè remunerato.
“Liberato da variabili spurie e da dimensioni esogene – dalla fortuna alle appartenenze -, il vademecum dei giovani per il successo occupazionale risulta cristallino e convincente — si legge nel rapporto -. Per i due terzi degli intervistati servono buona dialettica e un’ampia dose di disponibilità e flessibilità .
Ma anche competenze specialistiche (65%) ed esperienze pregresse (57%). Il 56% segnala anche l’opportunità di dotarsi di motivazione e spirito di iniziativa, mentre circa un terzo del campione cita la ‘buona cultura generale’, dote che le nuove generazioni dimostrano di sottovalutare”.
“Il profilo dell’universo giovanile italiano, che emerge dall’indagine — aggiungono i ricercatori -sembra in parte ripercorrere la suggestione di Umberto Galimberti, racchiusa nell’etica del viandante. L’andare avanti dei giovani, malgrado le asperità del contesto allontanino o neghino spesso una meta, segna l’esordio di una novità prospettica, con incidenze sociali e culturali che annunciano il futuro”.
(da “Redattore Sociale“)
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