GLI ITALIANI RIDUCONO CONSUMI E VACANZE: TURISMO IN PICCHIATA
MENO 10% DI PRESENZE TURISTICHE NEI PRIMI TRE MESI DELL’ANNO, NEI MESI ESTIVI PREVISTA UNA CONTRAZIONE DI OLTRE IL 20%
Sulle autostrade, il bollino nero.
D’altronde se i consumi hanno riavvolto il nastro al 1981, il dato non poteva non influenzare anche il turismo.
Ad incidere soprattutto il rincaro dei trasporti, con le accise sui carburanti a penalizzare il portafoglio degli italiani.
Una rilevazione di Confartigianato mette nero su bianco che mettersi in viaggio costa quest’anno il 12,7% in più rispetto a giugno 2011.
Il caro-vacanze si fa sentire soprattutto per il costo del gasolio, aumentato del 15,2%, segue la benzina (+11,9%). Ma non solo il trasporto su gomma.
Chi ha scelto l’aereo per qualche meta oltre-confine ha dovuto sborsare il 10,9% in più rispetto all’anno scorso.
LE RINUNCE —
L’esito (inevitabile) è che molti rinunciano alle ferie oppure ne riducono la portata, diminuendo i giorni dedicati al relax e alle escursioni in mare e montagna. La cifra indicata da Confartigianato fa spavento: 30,6 milioni di italiani (praticamente metà della popolazione) non sono andati in vacanza.
E il motivo prevalente è legato a fattori economici. Una tendenza aumentata del 33,1% in dieci anni, per una perdita di presenze nelle strutture turistiche del 9,9% rispetto ai primi tre mesi del 2012.
LA GEOGRAFIA
Quelli con minori possibilità di spesa sono i residenti in Sicilia (3,6 milioni di persone, circa il 72% della popolazione), seguiti da pugliesi e calabresi.
All’altro estremo della classifica i residenti in Lombardia, con soli (si fa per dire) quasi 3 milioni di persone senza vacanze (circa il 30% della popolazione residente complessiva).
Per chi invece può permettersi qualche giorni di relax il mare si conferma come la meta preferita (49%), seguono le vacanze in montagna (12,8%) e le città d’interesse storico-culturale (10,5%).
«Preoccupazione e rilancio della competitività del settore», sono l’urgenza e la ricetta dice Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, secondo il quale «i dati testimoniano pesanti effetti sul turismo, con ovvie ricadute sulle oltre 121mila imprese italiane del settore».
(da “La Repubblica”)
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