GLI STRANIERI? DELINQUONO DI MENO E COMMETTONO REATI MENO GRAVI DEGLI ITALIANI
LE DENUNCE PENALI VERSO ITALIANI AUMENTATE DEL 28%, QUELLE A CARICO DI STRANIERI DIMINUITE DEL 6,2%… CALANO ANCHE I DETENUTI STRANIERI
In questi anni di crisi è crescente, secondo Eurostat, la preoccupazione che i cittadini, sia in Italia che negli altri Stati dell’Ue, nutrono nei confronti degli immigrati.
La preoccupazione è ancora maggiore nei confronti della loro criminalità . L’immigrazione, essendo anch’essa esposta alla devianza, ha indubbiamente introdotto delle modifiche nel panorama italiano della criminalità .
Ma, andando oltre questo rilievo inconfutabile, si è arrivati a ritenere che gli immigrati siano più delinquenti degli autoctoni, che i loro crimini siano più gravi, che i nuovi flussi incidano in maniera direttamente proporzionale sull’aumento delle denunce e che presenza irregolare e delinquenza siano legati da un rapporto di contiguit�
“Ricerche particolareggiate hanno mostrato l’inesistenza di un rapporto diretto tra l’aumento della popolazione immigrata e l’incremento delle denunce nei loro confronti”, afferma il Dossier statistico immigrazione Idos/Unar.
E a suffragare questa cosa, arrivano i numeri.
I dati sulla criminalità degli immigrati in Italia.
Nel periodo 2004-2013 le denunce complessive sono passate da 3.215.842 a circa 3,5 milioni. Nel periodo 2004-2013 le denunce contro italiani, a fronte di una popolazione in leggera diminuzione, sono passate da 513.618 a 657.443 (+28,0%), mentre quelle contro stranieri, a fronte di una popolazione più che raddoppiata, sono diminuite da 255.304 a 239.701 (-6,2%). Nel frattempo l’incidenza percentuale delle denunce contro stranieri sul totale di quelle contro autore noto è scesa dal 32,5% del 2004 al 26,7% nel 2013, con una maggior incidenza nel Centro (32,5%) e nel Settentrione (Nord Est 36,3% e Nord Ovest 37,2%) rispetto alle Isole (12,0%) e anche al Sud (13,2%), dove però nel periodo 2004-2013 si riscontra un aumento più sostenuto rispetto alla media nazionale (+6,8%) e specialmente rispetto alle Isole (-16,6%). Questa evoluzione, pur lasciando margini a ulteriori progressi, nel suo complesso va commentata positivamente.
Detenuti stranieri.
Al 30 giugno 2015 i detenuti nelle 198 carceri italiane erano 52.754. Gli stranieri erano 17.207 ovvero il 32,6% del totale, quattro punti percentuali in meno rispetto a cinque anni prima: di fronte a una decrescita della popolazione detenuta, gli stranieri sono diminuiti in misura maggiore rispetto agli italiani.
Nonostante i numeri segnino un calo della presenza degli stranieri nelle carceri, il gap di tutela giuridica resta ancora ampio, così come evidenti sono le discriminazioni rispetto agli italiani.
Ad esempio, a parità di reato gli stranieri subiscono molto più frequentemente degli italiani provvedimenti restrittivi di custodia cautelare.
Al 30 giugno 2015, secondo i dati del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, il 29,3% dei condannati in via definitiva, pari a 10.058 individui, era costituito da stranieri.
Come straniero era il 39,5% dei detenuti non ancora condannati ma in attesa di giudizio, pari a 7.051 persone, e addirittura il 40,7% di quelli in attesa di primo giudizio, ovvero 3.615 individui. “I detenuti stranieri commettono — o sono accusati di avere commesso — i reati meno gravi dal punto di vista dei beni o degli interessi costituzionalmente protetti. Ma nei loro confronti maggiormente opera l’azione di repressione di polizia: essi più facilmente vengono fermati o arrestati rispetto agli autoctoni, accusati di reati a più forte connotazione sociale, come quelli predatori o connessi alla legislazione sulle sostanze stupefacenti”, si legge.
Reati detenuti stranieri
E proprio in merito alla tipologia di reato, il 76,9 per cento dei detenuti stranieri è in carcere per reati legati alla prostituzione, il 34,7 per cento per violazione della legge sulle droghe, il 27 per cento per reati contro il patrimonio.
Al 30 giugno erano 7.961 i detenuti condannati a pene brevi, ovvero a meno di tre anni di carcere. Di questi 3.419 erano stranieri: una percentuale altissima, pari al 42,9%.
Di contro tra gli ergastolani gli stranieri erano solo 87 rispetto ai 1.603 totali: il 5,4%, una quota esigua rispetto agli italiani.
Ciò significa che gli stranieri in proporzione commettono reati meno gravi degli italiani stessi.
Ancora più evidente è l’esito discriminatorio circa le possibilità per i detenuti di godere di benefici premiali e di scontare parte della pena all’esterno, attraverso la concessione di misure alternative.
Una buona parte di queste ultime sono concedibili a quei detenuti che devono scontare meno di tre anni di carcere.
Al 30 giugno 2015 gli stranieri costituivano il 36,5% di coloro che erano nelle condizioni di accedere alle misure alternative. Eppure alla stessa data gli stranieri che beneficiavano di una misura alternativa alla detenzione erano il 20,8% del totale, con uno scarto negativo del 15,7% rispetto agli italiani.
Infine, la nazionalità . Il 16,8 per cento dei detenuti stranieri è di nazionalità romena, il 16,5 per cento marocchina, il 13,8 per cento albanese, il 10,8 per cento tunisina, il 4 per cento nigeriana.
(da agenzie)
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