I 49 MILIONI DELLA LEGA SPARITI, PERCHE’ L’INCHIESTA PER RICICLAGGIO PUO’ TRAVOLGERE SALVINI
ECCO CHI RISCHIA NEI VARI FILONI D’INCHIESTA
In principio furono le spese pazze del “cerchio magico” e gli investimenti in Tanzania). E però dopo sei anni e mezzo d’indagini occorre capire cosa rappresenta, davvero, il tormentone giudiziario dei 49 milioni di euro da sequestrare al Carroccio.
Chi chiese quella cifra abnorme? Chi aveva, o non aveva, titolo a incassarla? È stata spesa tutta o l’hanno in parte nascosta per metterla al riparo dalla Finanza? Chi è finito, o rischia di finire, nei guai?
Rewind. I giudici hanno condannato l’anno scorso l’ex leader del Carroccio Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito per truffa al Parlamento e appropriazione indebita.
Secondo i magistrati nel periodo 2008-2010 hanno chiesto 49 milioni di rimborsi pubblici a Camera e Senato, pur sapendo che una parte delle spese che si sarebbero fatti risarcire in seguito, non era stata destinata in precedenza ad attività politica.
Non significa che la Lega li avesse sperperati tutti e 49. Quelli dilapidati dalla family allargata del senatùr furono 500 mila euro, ai quali vanno aggiunti i 7 milioni d’investimenio fra diamanti e Tanzania più o meno recuperati.
Nei bilanci firmati da Bossi e Belsito di quelle operazioni non c’era traccia, e grazie a quelle carte truccate ottennero complessivamente 49 milioni, a copertura sia di ciò che era stato sprecato sia di esborsi sostenuti per vero lavoro sul campo.
E poichè avrebbero perso il titolo a incamerare l’intero stanziamento se avessero descritto come realmente si utilizzavano un po’ di contanti nel partito, ecco che il tribunale fissa in 49 milioni il valore del raggiro.
E ordina la confisca d’una somma «equivalente» a carico del beneficiario ovvero la Lega.
La truffa si materializza insomma per aver chiesto i rimborsi truccando le carte. E siccome le uniche figure politiche ad aver compiuto un’azione del genere sono Bossi e Belsito, solo loro prendono rispettivamente 2 anni e mezzo e 4 anni e 10 mesi.
Non tutta la liquidità chiesta progressivamente fra 2008 e 2010 entra in un’unica tranche: 35 milioni quando il segretario è ancora Bossi (dimessosi il 5 aprile 2012); 12,9 mentre al vertice c’è Roberto Maroni (capo dall’1 luglio 2012 al 15 dicembre 2013); 800 mila euro sotto Matteo Salvini (in sella dal 7 dicembre 2013).
Altro quesito: ha commesso un reato chi ha materialmente incassato? Dipende.
Nel caso di Bossi sì: sapeva di aver presentato documentazione truffaldina, avendola sottoscritta lui stesso con Belsito. E aver goduto del denaro dopo averlo preteso rappresenta un ulteriore addebito.
Ma se un troncone del cash è stato ricevuto quando non era ancora considerato «indebito», e soprattutto senza aver siglato i rendiconti taroccati, non è un problema. Perciò Maroni e Salvini sono rimasti fuori dal processo Bossi-Belsito e dalla tegola dei sequestri personali, nonostante i legali del senatùr abbiano fatto di tutto per coinvolgerli.
Spesi o nascosti? I successori erano titolati a incassare. E solo una perizia posteriore richiesta dai magistrati genovesi – i procedimenti sono incardinati nel capoluogo ligure perchè da qui operava Belsito – ha stabilito che da Roma non dovevano erogare le somme.
Allora perchè si dice che entrambi potrebbero comunque essere coinvolti in vicende giudiziarie collegate ai 49 milioni?
La Procura sta cercando di capire se, dopo aver regolarmente intascato il proprio segmento, l’hanno poi imboscato con magheggi per tenerlo nella disponibilità della Lega in modo occulto.
E trovando in seguito la strada per usare le somme senza farle transitare su conti a rischio (sui deposi ufficiali i pm non hanno trovato più di 3 milioni, e la Cassazione li autorizza a prendere tutto ciò che entrerà in futuro fino a quota 49).
In questo scenario non tutto il denaro sarebbe stato speso, ma una parte sarebbe stata nascosta.
Risulterebbe quindi un problema aver schermato una fetta dei fondi usandola sotto mentite spoglie quand’era ufficialmente fuorilegge in base allo studio commissionato dalle toghe.
E, sempre in astratto, quest’ultimo comportamento potrebbe essersi concretizzato soltanto nell’era Salvini.
Perciò è stato aperto il fascicolo per riciclaggio, per adesso a carico d’ignoti.
(da “il Secolo XIX”)
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