I CANDIDATI GOVERNATORI AVEVANO GIURATO SUL PALCO: “TAGLIEREMO LE TASSE”. ORA DEVONO AUMENTARLE
“GIURO CHE FARO’ IL PIANO CASA, CHE RENDERO’ EFFICIENTE LA SANITA’, CHE DIMEZZERO’ LE LISTE DI ATTESA, CHE AUMENTERO’ I SERVIZI, CHE DIMINUIRO’ LE TASSE”… DA FORMIGONI ALLA POLVERINI ORA UNA VOCE SOLA: “CON QUESTA MANOVRA METTEREMO LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI”
Si inasprisce lo scontro tra governo ed Enti locali.
Niente autobus nuovi, stop alle metropolitane, meno soldi per le imprese, cantieri fermi: sono solo talune delle conseguenze della manovra anticrisi che ha portato a 10 miliardi i tagli delle Regioni.
Oggi si riunirà in via straordinaria la Conferenza delle Regioni per dimostrare, dati alla mano, come il giro di vite imposto da Tremonti si tradurrà per il cittadino in meno servizi, meno trasporto pubblico, meno strade, meno edilizia residenziale, meno personale.
Con conseguenze anche per le imprese che dovranno fare i conti con la stretta, perchè incentivi e lavori saranno erogati col contagocce.
Nella Sanità la riduzione drastica del 50% dei lavoratori precari pubblici farà saltare gli equilibri dei Pronto Soccorsi e avrà anche conseguenze sulla spesa sanitaria: o si tagliano i posti letto o si aumentano le tasse.
Altri 3 miliardi sono i tagli ai Comuni che non possono neanche aprire un cantiere per il Patto di stabilità interno.
Anche i sindaci protesteranno giovedi a Roma e l’impressione è che si vada allo scontro, difficili le mediazioni in corso.
Le stesse Regioni accusano il governo di aver tagliato la metà dei loro fondi, ma di aver ridotto le spese ministeriali del solo 10%.
Regioni come Lombardia, Lazio e Piemonte rischiano di perdere molti soldi: Formigoni dovrà rinunciare a 600 milioni di euro solo di trasporto pubblico, tanto che il governatore è sbottato: “questa manovra è squilibrata e spazza via il federalismo fiscale”.
Formigoni ha aggiunto che “si chiede uno sforzo straordinario del 50% alle regioni che hanno ridotto la spesa del 6%, mentre chi ha aumentato le spese è lo Stato: gli spreconi vanno cercati lì. Se la manovra non cambia saremo costretti ad aumentare le tasse, mettendo le mani nelle tasche degli italiani o a tagliare i servizi”.
Per questo Formigoni propone di dividere i tagli per i 4 comparti pubblici, compreso i ministeri, cosa che renderebbe la manovra più sopportabile.
Se ritorniamo indietro di qualche mese, molti ricorderanno ancora quella pantomima sul palco, in occasione delle elezioni regionali, con Berlusconi che aveva distribuito il breviario e i futuri governatori a recitare: “Giuro che farò il Piano casa, che promuoverò una sanità più efficiente e umana, che dimezzerò le liste di attesa, che aumenterò la prevenzione”.
Mano sul cuore come ai mondiali e giuramento solenne.
Ora ecco invece la Polverini che deve osservare: “Con questi tagli saremo costretti ad alzare le tasse e ad abbassare i servizi, ad intervenire sul Welfare e sulla non autosufficienza”.
Tutto l’opposto insomma di quanto promesso.
Non ci resta che sperare nella “messa a dimora di 100 milioni di alberi per fare dell’Italia il giardino d’Europa”.
Ma forse si sono dimenticati anche di questo.
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