I FONDI PER I MIGRANTI SPESI IN FIERE DI PAESE E CONTRATTI AI PARENTI
CALTAGIRONE, L’INCHIESTA SUL “CARA” DI MINEO
E dire che non lo volevano. E pensare che quando nel 2011 l’allora premier Berlusconi e l’allora ministro dell’Interno Maroni vennero a visitarlo e annunciarono che quella mega struttura di Mineo, ormai abbandonata dagli americani di Sigonella, sarebbe diventata il Cara (Centro accoglienza per richiedenti asilo), più grande d’Italia, poco ci volle che alzassero le barricate: «Qui non vogliamo migranti – dissero gli amministratori dei comuni della zona – potrebbero portare malattie e causare problemi di ordine pubblico».
E invece, man mano che le procure di Catania e Caltagirone vanno avanti con le rispettive inchieste, dal Cara di Mineo, che ospita oltre tremila richiedenti asilo, l’unica malattia emersa è quella del malaffare: non dei migranti ma di chi li dovrebbe assistere
Le risorse
Una delle due inchieste della procura di Caltagirone sull’«affare Cara» riguarda l’uso di risorse destinate al centro e usate invece per sagre e manifestazioni locali e per l’assunzione, sia nel Cara sia nelle strutture del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) della zona, di decine, forse centinaia di persone, imparentate con politici e amministratori dei 9 comuni che aderiscono al Consorzio «Calatino Terra d’Accoglienza»
Il Consorzio gestisce il Cara e il ricco budget; l’ultima gara d’appalto, 97 milioni in tre anni, è stata giudicata «illegittima» dal presidente dell’autorità anticorruzione Cantone ed è da mesi sotto la lente della Dda di Catania, che ha avviato l’indagine dopo aver ricevuto dalla procura di Roma atti dell’inchiesta su “Mafia Capitale” con, al centro, il ruolo di Luca Odevaine, il quale aveva un incarico anche al Cara di Mineo.
E’ in questa inchiesta che sarebbe indagato anche l’attuale sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione (Ncd), ai tempi in cui da presidente della provincia di Catania fu soggetto attuatore della gestione del Cara (Castiglione nega di aver ricevuto un avviso di garanzia).
La procura di Caltagirone ha aperto questa seconda indagine, al momento «contro ignoti», dopo una serie di esposti anonimi e di denunce e dopo l’acquisizione di atti: il procuratore Giuseppe Verzera deve far luce sull’uso di una parte dei fondi per l’assistenza ai migranti, usati invece per contribuire all’organizzazione di manifestazioni come una sagra dell’uva a Licodia Eubea, la festa di Santa Lucia a San Cono, il Natale di Mirabella Imbaccari, il presepe vivente di Vizzini: solo nell’ultimo anno 200mila euro destinati a “progetti di integrazione” dei migranti, in minima parte utilizzati per i richiedenti asilo, «in scena» come partecipanti o spettatori.
L’occupazione
C’è poi il capitolo assunzioni. Attorno al business Cara-Sprar, controllato dal Consorzio, ruotano un migliaio di posti di lavoro.
Molti occupati sono imparentati con sindaci, assessori ed ex assessori di tutti gli schieramenti.
Posti di lavoro che, in comuni piccoli come questi, possono spostare i voti sufficienti a fare eleggere un candidato o un altro.
Fabio Albanese
(da “la Stampa”)
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