I PORTUALI DI TRIESTE NON VOGLIONO NEANCHE I TAMPONI PAGATI? BENE, DIROTTARE LE NAVI A CAPODISTRIA E FIUME E SIGILLARE IL PORTO, TUTTI A CASA
PORRE FINE A QUESTO SCONCIO DI RICATTATORI: INVECE DEI TAMPONI PAGATE LORO DELLE SEDUTE DAGLI PSICHIATRI, MA DI QUELLI BRAVI… IL PRESIDENTE DELL’AUTORITA’ PORTUALE: “SE VENERDI BLOCCANO IL PORTO MI DIMETTO, HANNO PASSATO IL SEGNO”
I portuali di Trieste dichiarano guerra al Green Pass. E non accettano nemmeno i tamponi gratis per i lavoratori. Ma minacciano uno sciopero a oltranza dal 15 ottobre, quando la Certificazione Verde Covid-19 sarà necessaria per lavorare.
Respingendo anche la proposta contenuta nella circolare del ministero dell’Interno, che ha invitato le imprese del settore a pagare i test fino al 31 dicembre. «Non scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo di Green pass», si legge in una nota diffusa dal Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste (Clpt), la forza sindacale più rappresentata nel porto e organizzatrice del maxicorteo di lunedì scorso contro il certificato.
L’ipotesi dei test a carico delle aziende, su cui spedizionieri e terminalisti dopo una riunione di ieri in Prefettura si erano detti «disponibili a valutare la possibilità», è dunque naufragata.
«Tamponi? Noi non vogliamo il Green pass», dice a Repubblica oggi Stefano Puzzer, portavoce del Clpt. Il quotidiano spiega che non è chiaro quanti lavoratori aderiranno alla protesta il 15 ottobre, ma si parla di centinaia su circa un migliaio.
Il sindacato dice che i lavoratori sprovvisti di Green pass sono il 40% del totale. Abbastanza da tenere sotto scacco lo scalo.
Intanto il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino minaccia le dimissioni. Nei giorni aveva chiesto al governo una deroga ad hoc per i portuali in considerazione del fatto che gran parte della loro attività si svolge sulle banchine e quindi all’aperto.
Ora dichiara guerra ai portuali No Green Pass: «Se venerdì lo sciopero prosegue a oltranza e si bloccano i varchi – osserva – il sottoscritto saluta tutti e se ne va. Non ci possiamo permettere di restare inattivi per giorni. Quindi per quanto mi riguarda, a seconda di cosa vedrò venerdì, deciderò se firmare o meno la lettera di dimissioni». Il porto ogni giorno movimenta circa 2000 container, 700 camion e 30 treni. Le compagnie punteranno su altre destinazioni, anche all’estero, a cominciare da Capodistria e Fiume.
(da agenzie)
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