I SONDAGGISTI SUL CALO DELLA LEGA: “GLI ELETTORI INIZIANO A STUFARSI DELLE SPARATE DI SALVINI”
WEBER, NOTO E FONDA: “GLI ITALIANI SI STANNO STANCANDO DELLE CONTINUE POLEMICHE CHE SALVINI ALIMENTA”
Elettori stanchi per l’eccessiva invasività sui temi più disparati e per l’eterna conflittualità che alimenta nel Governo con i suoi comportamenti polemici nei confronti del M5S.
Il calo della Lega nei sondaggi delle recenti settimane e soprattutto nell’ultima prima del “blackout” a due settimane dal voto europeo, è stato fotografato da tutti gli istituti demoscopici: al netto delle differenze in termini percentuali, l’arretramento seppur limitato segnala certamente una tendenza nell’elettorato leghista.
A sostenerlo sono diversi sondaggisti che, contattati dell’HuffPost, analizzano il contesto politico in cui la discesa della Lega nel consenso popolare sta maturando.
Secondo Roberto Weber, presidente dell’Istituto Ixè, nessun risultato è scontato alle prossime elezioni del 26 maggio: “Ci può essere a mio avviso un effetto sorpresa sull’esito elettorale, dovuto essenzialmente all’impatto che avrà l’astensionismo”.
C’è però un calo leghista: “La mia sensazione è che la quantità di micro-issues, dai grembiuli nelle scuole alle cannabis, che Salvini continua ogni giorno a mettere in campo, alla fine stanca. E fa perdere di credibilità al messaggio originario della Lega”. Alla quale resta certamente la sua solidit�
“Ma su tutto il resto, Salvini sta producendo l’effetto di una invasività eccessiva. Polemiche a cui talvolta non seguono fatti, e la sensazione che si faccia tanto rumore per nulla. Per cui ho l’impressione che un po’ di fatica la stiano iniziando a soffrirla, al netto di una solidità di fondo della Lega, che resta”.
Per Antonio Noto dell’Istituto demoscopico Noto Sondaggi, “gli italiani non cambiano idea nell’arco di un paio di settimane, nè in così poco tempo maturano una scelta elettorale diversa. La formazione del consenso non avviene quindi nel giro di qualche giorno ma si consolida nel tempo, e non subisce immediato impatto da un fatto specifico”. In altre parole, il rallentamento della Lega “non è dovuto al caso Siri in particolare ma riguarda più il sentiment degli elettori: gli italiani non amano la conflittualità politica, tantomeno se si alimenta non già tra maggioranza e opposizione ma tra le due forze che partecipano al Governo. E dal Governo gli elettori si aspettano di essere rassicurati, non preoccupati per le continue liti. Il calo è quindi relativo a una strategia politica, se vogliamo, e non a un fatto politico” come l’inchiesta per corruzione a carico dell’ex sottosegretario leghista ai Trasporti. “Mi viene da fare il paragone con il 2006, con l’Unione di Romano Prodi, quando nel Governo convivevano sia Fausto Bertinotti sia Clemente Mastella. Quel governo fu sconfitto dall’eccessiva conflittualità tra i due poli presenti nell’esecutivo”.
“Il calo lo stiamo rilevando già da un mese”, dice Rado Fonda, direttore di ricerca di SWG, “ed è un calo progressivo. Si tratta a mio avviso di un logoramento normale per una forza che governa ormai da un anno. Una tendenza abbastanza usuale, lo abbiamo già visto in passato. Soprattutto perchè la Lega è il partito che è cresciuto di più dopo le elezioni politiche del 4 marzo: significa che il nuovo elettorato non è fidelizzato ma si è aggiunto successivamente all’esercizio del voto. Dalle nostre rilevazioni registriamo una preoccupazione per i temi economici, ma ritengo che ad avere avuto un ruolo nella lieve perdita di consenso della Lega sia stato il cambio di atteggiamento dell’alleato grillino: da quando M5S è diventato più aggressivo nel rispondere colpo su colpo agli affondi del Carroccio, sono emerse alcuni punti di debolezza di Salvini che prima non erano così chiari”.
(da “Huffingtonpost”)
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