IDRISSA, IL “NUOVO ITALIANO”: “L’ITALIA NON E’ ANCHE MIA QUANDO MI FA COMODO, LO E’ PURE QUANDO RISCHIA DI CROLLARE”
ORIGINARIO DELLA MAURITANIA, LAVORA IN UNA AZIENDA FARMACEUTICA E ALIMENTARE DI MILANO CHE NON CHIUDE
Idrissa lavora tutti i giorni per un’azienda del settore farmaceutico e alimentare di Milano. Una di quelle che non può chiudere e non deve chiudere.
«Ogni mattina rilevazione della temperatura, mascherina quasi per tutto il giorno, regole comportamentali che cambiano ogni due secondi, ma non ho mai pensato di mollare».
Idrissa Idris Kane è un “nuovo italiano”, uno dei tanti immigrati che continuano a lavorare in piena emergenza coronavirus, fianco a fianco con i colleghi operai italiani. «Non mollo perchè l’Italia non è anche mia solo quando mi fa comodo. L’Italia è anche mia, pure quando rischia di crollare». Il suo post su facebook sta facendo il giro della rete.
La storia di Idrissa. Idrissa vive da 14 anni in Italia. Il padre è della Mauritania, la madre è senegalese. Idrissa non ha ancora la cittadinanza italiana: «Ma mio figlio di 9 anni, per fortuna è italiano al 100%». Vive a Milano e lavora per una tipografia che fa imballaggi per alimentari e farmaci. Oggi ha staccato dal turno di notte. Il 22 marzo ha scritto un lungo post sulla sua pagina facebook, intitolato “Sulla stessa barca”.
“Tornatene al tuo Paese!”. «Quante volte ho sentito, abbiamo sentito in questi ultimi anni: “torna al tuo Paese”, “l’Italia agli italiani”, “non esistono neri italiani”, “portate malattie”. Giuro che mi è capitato di voler mollare tutto e andarmene (e sono sicuro che tanti come me hanno pensato la stessa cosa). Ma poi mi sono detto: perchè dovrei ascoltare il delirio di qualche idiota? Mica rappresenta tutti gli italiani. Mi metto a pensare a tutte quelle belle persone che in questi anni hanno lottato con noi, mi hanno mostrato affetto, rispetto, amore e mi sono convinto di non ascoltare più le voci dei cretini. Oggi la situazione è preoccupante, la situazione è pericolosa, abbiamo le stesse paure, abbiamo gli stessi timori, abbiamo lo stesso augurio. Parenti che ti scrivono preoccupati, pensieri tipo rivedrò la mia famiglia, riabbraccerò i miei cari?».
Ogni giorno al lavoro con mascherina e guanti. «Nonostante tutto, io indosso la mia mascherina, metto i miei guanti e dal lunedì al venerdì, vado a lavorare, perchè la nostra azienda è nel settore alimentare e farmaceutico. Ogni mattina rilevazione della temperatura, mascherina quasi per tutto il giorno, regole comportamentali che cambiano ogni due secondi, ma non ho mai pensato di mollare. Non mollo perchè l’Italia non è anche mia solo quando mi fa comodo, solo quando posso andare a lavorare senza preoccupazioni, uscire, fare shopping, spesa, svagare senza pensieri. L’Italia è anche mia, anche quando rischia di crollare. Questo Paese è anche nostro perchè qui tanti hanno trovato lavoro, famiglia, persone speciali, tanti hanno avuto opportunità di ricominciare».
“Ci salviamo tutti insieme”.
«Se la casa Italia brucia, tutti insieme tenteremo di spegnere il fuoco, se la barca Italia rischia di affondare, o ci salviamo tutti insieme o affondiamo tutti insieme. Questo per me è essere una comunità . Questo maledetto virus sarà sconfitto, porterà via tanti cari, ma sarà sconfitto eccome. Dopo mi auguro che ci vorremo bene più del normale, non ci soffermeremo più sulla pigmentazione, ma sui valori che fanno di noi degli esseri umani. Forza ragazzi, è dura ma ce la faremo. Rispettiamo le regole, smettiamo di fare i finti furbi e confiniamo questo maledetto virus per poter ritrovare il calore umano di sempre. Un abbraccio virtuale a tutti!»
(da agenzie)
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