IL BATACLAN TURCO: STRAGE DI CAPODANNO A ISTANBUL
KILLER ASSALTA LA DISCOTECA “REINA” E SPARA SULLA FOLLA, ALMENO 39 MORTI
Il terrorismo colpisce la Turchia nella notte di Capodanno: è di almeno 39 morti e una settantina di feriti l’ultimo bilancio ufficiale dell’attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul, non ancora rivendicato ma le cui caratteristiche fanno pensare a un attentato a firma Isis.
Tra le vittime straniere (almeno 15) non ci sono italiani, secondo quanto ha riferito il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Secondo un testimone kuwaitiano citato dal Guardian, mentre sparava all’impazzata sulla folla l’attentatore di Istanbul avrebbe gridato “Allahu Akbar”, “Dio è grande” in arabo.
Attorno all’attentato – avvenuto verso l’1:30 ora locale, le 23:30 in Italia – c’è ancora molta confusione: non si sa con certezza se il terrorista abbia agito effettivamente da solo.
Il premier turco Binali Yildirim ha smentito notizie di stampa secondo cui il killer avrebbe indossato un costume da Babbo Natale.
Prima di fuggire – ha riferito il premier – l’assalitore ha abbandonato l’arma.
Le poche certezze sono quelle suggerite dalle immagini catturate dalle telecamere di sicurezza, ma alcuni testimoni sopravvissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare più di una persona, forse due o tre terroristi.
Attualmente il terrorista è ancora a piede libero, malgrado la gigantesca caccia all’uomo ordinata dal presidente Erdogan alla quale partecipano oltre 17 mila agenti in tutto il Paese.
Il bilancio della strage, reso noto dal ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu, è di 39 morti, fra i quali vi sono 15 stranieri.
Fra questi cittadini sauditi, marocchini, libanesi e libici e di sicuro c’è una ragazza israeliana di 18 anni, che risultava dispersa e della cui morte ha dato conferma il ministero degli Esteri dello Stato ebraico.
Certa è anche la morte di un agente di sicurezza, forse di polizia, che era sopravvissuto il 10 dicembre scorso al duplice attentato dinamitardo al vicino stadio di calcio del Besiktas, nel quale restarono uccise 38 persone.
Il governo del Belgio conferma inoltre la morte di un ventenne belga di origini turche. Ventuno vittime del Reina sono state già identificate. Vi sono inoltre almeno 69 feriti, fra i quali vi sono stranieri (anche tre francesi, riferiscono da Parigi), dei quali tre versano in gravi condizioni e uno in condizioni critiche.
La dinamica della strage è ancora incerta: i media non sono concordi nemmeno sul numero di persone presenti nel locale all’1.30 (le 23.30 di ieri in Italia), l’ora della strage, che varia dai 500 agli 800 presenti.
Il terrorista avrebbe ucciso l’agente all’ingresso prima di entrare e iniziare a sparare sui clienti. Per sfuggire alla strage, alcuni dei clienti si sono lanciati nelle acque gelide del Bosforo e sono poi stati tratti in salvo, anche se non c’è certezza che tutti siano stati salvati.
I testimoni sopravvissuti sono concordi su una cosa: i terroristi “sparavano a casaccio”, sparavano su tutti, sulla folla. “Sparavano ovunque, come dei pazzi”, ha raccontato alla Cnn turca una donna, ferita a una gamba da un proiettile.
Un altro testimone afferma che le forze speciali sono intervenute portando via i sopravissuti. “Ero di spalle e mio marito ha urlato: ‘Buttati giù!’. Eravamo vicino a una finestra e ho sentito due o tre persone che sparavano. Poi sono svenuta”, ha raccontato una donna
“Stanno cercando di creare caos, demoralizzare il nostro popolo, destabilizzare il nostro Paese con attacchi abominevoli che prendono di mira i civili – ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan -. Ma manterremo il sangue freddo come nazione e resteremo più uniti che mai e non cederemo mai a questi sporchi giochi”.
Durante la notte c’è stata la condanna della Casa Bianca, che per bocca del portavoce Eric Schultz ha parlato di “attacco terroristico orribile” e ha offerto aiuto ad Ankara.
Il Dipartimento di Stato ha quindi aggiunto che gli Usa sono “solidali con il loro alleato Nato, la Turchia, nella lotta contro la costante minaccia del terrorismo”.
“Il nostro dovere comune è combattere il terrorismo”, ha scritto il presidente russo Vladimir Putin al presidente turco
“La tragedia di Istanbul ci ricorda che la lotta contro il terrore non conosce pause nè feste o Paesi o continenti. Serve unità . Ad ogni costo”, ha twittato Alfano.
Il locale preso di mira è il ‘Reina’: un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul.
Al momento dell’attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone. L’attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all’ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla.
Molti si sarebbero perfino gettati nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte. Circa 60 le ambulanze accorse sul posto.
(da agenzie)
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