IL COMMENTO DELLA MELONI SUI SOLDI EUROPEI PER L’ITALIA DIMOSTRA TUTTI I SUOI LIMITI
UNA OPPOSIZIONE COSTRUTTIVA DOVREBBE PORSI SOLO IL PROBLEMA DI COME SPENDERLI NELL’INTERESSE DEGLI ITALIANI E AVANZARE PROPOSTE… IL CONFRONTO CON LA CARFAGNA E’ IMPIETOSO
Vediamo come ha reagito l’opposizione all’accordo sul Recovery Fund che garantirà all’Italia una cifra di 210 miliardi tra sussidi a fondo perduto e prestiti.
Di Salvini che rosica e spara balle abbiamo già parlato in altro articolo, vediamo cosa ha detto Giorgia Meloni i cui toni sono molto più contenuti.
“Conte – riconosce – ha battuto gli egoismi dei nordici ma ha ottenuto un risultato inferiore alle speranze. Il super freno di emergenza rischia di essere un commissariamento”.
E qui la Meloni dimostra tutti i suoi limiti politici:
1) Non ha capito che i Paesi del Nord hanno solo fatto tanto casino per tre giorni per ottenere 8,5 miliardi in più sui rebate, ovvero uno sconto sulle quote da versare alla Ue (obiettivo dal loro punto di vista legittimo e anche equo, visto che ricevono molto poco rispetto a quanto versano)
2) Dire “risultato inferiore alle speranze” è falso: abbiamo ottenuto 35 miliardi in più rispetto al progetto iniziale, parlano i fatti.
3) Il superfreno di emergenza non è affatto un commissariamento visto che un solo Paese non potrà bloccare nulla, ma occorrerà la maggioranza qualificata del Consiglio europeo ( e i nordici non l’hanno). E’ un legittimo strumento perchè chi ti regala 81 miliardi sulla base di un tuo programma ha ben diritto a controllare che non li sputtani.
Se regali 100.000 euro a tuo figlio per comprarsi una casa e scopri che se li è spesi alle slot machine, pensiamo che anche la Meloni si incazzerebbe.
4) Una opposizione seria gioirebbe per il successo ottenuto dal governo ma porrebbe due problemi reali, uno interno al centrodestra e uno esterno.
Il primo, affrontato lucidamente da Mara Carfagna nell’articolo precedente a questo, è se il centrodestra vuole continuare a invocare l’autarchia o porsi all’avanguardia degli Stati Uniti d’Europa del futuro.
Il secondo è avere un progetto su “come spendere questi soldi” per rilanciare il Paese. Cominciando con il fare un mea culpa ogni volta che cavalca le proteste di questa o quella categoria che pretende quattrini. Questa politica clientelare porta qualche consenso nel breve periodo ma sta affossando l’Italia, dando all’estero un’immagine di un popolo di accattoni che pretende aiuti senza fare mai sacrifici.
Per una destra sociale non esistono “categorie speciali” a cui lisciare il pelo o poteri forti da rappresentare, esiste l’interesse del popolo italiano nel suo complesso.
Per poter abbassare le tasse occorre che tutti le paghino, ad esempio, non chiedere condoni per i traditori del Paese che sfruttano i servizi di chi le paga.
Per creare lavoro occorre aiutare l’imprenditoria giovanile, non quella di certi parassiti che da una vita si mettono in tasca gli utili e socializzano le perdite.
Occorre eliminare il lavoro nero e dare dignità ai poveri, non negare loro un reddito di sopravvivenza, tanto per capirci.
Meritocrazia vuole dire dare possibilità di base uguale a tutti e poi far emergere le eccellenze, non tenere lo strascico agli speculatori.
Invece che distribuire soldi a pioggia a finti poveri con 100.000 euro in banca si diano prestiti a chi ha un progetto imprenditoriale nuovo, a consorzi di giovani che “vogliono spaccare il mondo” e creare posti di lavoro.
Questo si aspetta un elettore di destra sociale, non certo analisi sovraniste da quattro soldi.
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