IL FILM DI FICARRA E PICONE SFIORA I 13 MILIONI DI INCASSO: “C’E’ CHI CI HA DETTO MI SONO VERGOGNATO DI ESSERE STATO FAVOREVOLE AI RESPINGIMENTI. IL FILM HA VINTO”
IL DUO SICILIANO FESTEGGIA IL SUCCESSO DE “IL PRIMO NATALE”, MA LA SODDISFAZIONE PIU’ GRANDE “E’ ESSERE ARRIVATI DRITTI AL CUORE DELLE PERSONE CON UNA STORIA DI ACCOGLIENZA”
È stato un bel primo Natale, quello di Ficarra e Picone. La storia di un prete e un ladro catapultati all’anno Zero, dritti nel presepe e in corsa per salvare Gesù bambino è quella scelta dal duo per debuttare nel periodo più ruggente dell’anno per la sala.
Il primo Natale, girato in Marocco, è diventato il loro film record, nonchè maggiore incasso italiano del 2019: 12 milioni e 932 mila euro (L’ora legale si era fermato a 10.400 mila euro), davanti al Pinocchio di Garrone che con il risultato di ieri arriva a 10 milioni e mezzo di euro.
Salvatore Ficarra e Valentino Picone commentano il traguardo in una intervista a tre via Whatsapp.
“Questo successo — dice Picone – ci ripaga anche dal set più faticoso e difficile della nostra vita. Siamo Felicissimi. Del resto è una regola: quando dicono che sul set è stato tutto meraviglioso e andato liscio c’è qualcosa che non va”.
12 milioni e 932 mila euro di incassi.
Ficarra: “Più tutti quelli al nero…
Picone: “La cosa che ci riempie di piacere è che è un record tolto a noi stessi, perchè già con L’ora legale eravamo andati sopra i dieci e ora siamo oltre i 12. Ma al di là di questo è importante che i due film siano piaciuti al pubblico”.
Non conoscevate l’arena cinematografica di Natale
Ficarra: “Sì era la prima volta e per questo abbiamo tentato di fare un film che speriamo diventi uno di quelli che fanno compagnia a chi è a casa la sera di Natale anche nei prossimi anni. Questo è il nostro sogno. Un film pieno di Natale”.
Cosa vi ha colpito delle reazioni del pubblico?
Ficarra: “Il fatto che sia arrivato dritto al cuore delle persone, in tutti i suoi significati. Sia per quel che riguarda l’aspetto dell’accoglienza che è il tema del film, e anche per quel che riguarda il tema – che non è solo religioso ma insito nell’uomo – di guardare chi è accanto a te e tendergli la mano. Perchè un giorno potresti tu a ritrovarti dall’altra parte e avere bisogno”
Picone: “Potresti essere tu sul barcone un giorno”
Ficarra: “Tant’è che i nostri due nostri personaggi quando arrivano lì nella Palestina dell’anno Zero dicono “veniamo da lontano”, quando ritornano da noi dicono “veniamo da lontano”, perchè è l’uomo che viene da lontano. Ed è importante che il film abbia ridato un senso ai simboli religiosi che invece qualcuno vorrebbe usurpare dandogli significati che non hanno”
Ficarra: “C’è chi ha scritto “mi sono vergognato di aver pensato che questa gente che arriva da lontano andrebbe respinta. Ho cambiato idea. E gli abbiamo risposto “allora possiamo ritirare il film perchè il nostro obiettivo era recuperarne almeno uno”.
Ancora una volta, come in ‘L’ora legale’, le scelte devono farle i singoli.
Ficarra: “L’ora legale affrontava il tema della responsabilità dei cittadini. Questo è un discorso diverso, non solo politico — perchè poi la politica fa il suo percorso — ma umano. È un fatto di civiltà e umanità e di fronte a questo non è possibile non prendere una posizione, anche a costo del fatto che qualcuno dica è una posizione buonista. Ma io non la voglio una posizione cattivista su questa cosa. Io voglio l’accoglienza tra le persone, che ci si tenga la mano”.
Picone: “E una cosa che voglio aggiungere con forza è questa: la questione immigrazione, accoglienza — e non problema — è chiaramente politica. Ma quando la politica mette mano a simboli religiosi per cavalcare un pensiero politico, raggiunge il livello più basso. Il film nasce dall’urgenza di strappare dalle mani della politica che vuole sfruttare i simboli religiosi cambiando il loro significato, usandoli in modo sciatto e superficiale. Questo è il livello più basso che la politica può raggiungere. Abbiamo cercato di rimettere la situazione nel giusto alveo: se Gesù ha parlato sicuramente non ha detto quello che affermate voi, il suo è un pensiero modernissimo di accoglienza e aiuto verso il prossimo. Il film ha tante chiavi ma questa è la più importante e viene affrontata nei primi minuti; subito si vedono le immagini degli ultimi del mondo sullo schermo del televisore che il personaggio di Salvo vorrebbe comprare. Non si preoccupa degli ultimi, dei barconi, dice alla venditrice ”i colori sono spenti, il mare non si vede bene, ma sicuro che è 4k?”. Quel personaggio ha bisogno di fare un viaggio. Come il mio personaggio, che è un prete che pensa che pregando si possa risolvere tutto e imparerà anche lui che bisogna sbracciarsi perchè i miracoli veri, come dice la Madonna nel film, li fanno gli uomini”.
Ficarra: “Da questo punto di vista il film restituisce all’uomo il suo potere, quello di influire nel corso della vita e della storia. Di non delegare a Dio ma di agire. Per questo abbiamo sempre detto che non è solo un film religioso ma aperto a tutti. Perchè tutti possono fare qualcosa”.
Picone: “La storia del film è voluta dai bambini. Nella scena nel canneto è una bambina sorridente che indica la strada a Salvo, la stessa che alla fine li fa uscire dall’anno Zero. Dal nostro punto di vista sono i bambini che stanno dicendo a noi grandi: “Forse per capire qualcosa dovete fare un viaggio per riportare le cose come stanno. E che noi bambini, che moriamo nel Mediterraneo o in qualche altra vicenda degli adulti, non c’entriamo niente con le vostre politiche, il vostro modo di acquistare like o crediti politici. Non c’entrano i bambini, i simboli, la religione. E questo vuole dire il film”. In tanti dicono “Non avevo mai fatto caso al fatto che se sono cristiano non posso pensare in quella determinata maniera. Così facevano i mafiosi, papa Giovanni Paolo II dovette strappare di mano il crocefisso ai mafiosi ad Agrigento e disse: “Pentitevi””.
Ficarra: “I mafiosi giurano sui santini, è lo stesso meccanismo. La religione non deve essere presa da nessuno”.
Picone: “Così come uno che è cristiano non può essere mafioso, e lo ha detto a voce alta il Papa, è assurdo che oggi chi si dice cristiano abbia quel tipo di pensieri. Vedere il papa Francesco che dice cose scontate e ovvie e viene preso di mira da questi ragionamenti sciatti, colpisce e addolora. Per questo siamo orgogliosi che il film abbia smosso un po’ le coscienze e negli ultimi cinque minuti abbia fatto stare scomodo il cristiano che la pensa in una determinata materia”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply