IL “FINE” MARONI: “BOSSI NON CONTA PIU’ NULLA”. E IL PORTAVOCE DELLA VOTINO RISCHIA DI SPACCARE IL PARTITO
BOSSI E’ ORMAI SOPPORTATO IN LEGA SOLO “PER UN MOTIVO AFFETTIVO”… SI ACCENTUA LO SCONTRO TRA PASSATO E PRESENTE DEL CARROCCIO, SEMPRE A RISCHIO SCISSIONE
Ormai nella Lega Nord si parla da separati in casa: Roberto Maroni da una parte, Umberto Bossi dall’altra.
L’eterno delfino del Carroccio mette alla porta il Senatur e riafferma la sua leadership: «Bossi non ha nessun potere – chiarisce – E la sua presidenza è un ruolo affettivo, il riconoscimento concesso alla sua storia personale».
Sono parole che non lasciano spazio ad interpretazioni. Dure e amare.
Anche se non è dato sapere come siano state accolte dal diretto interessato: Bossi, infatti, non replica.
Tace ancora ed all’avanzata del suo successore oppone soltanto una “resistenza gandhiana”.
C’è Giacomo Stucchi, deputato della vecchia guardia bossiana, che difende il ‘capò. Ed attacca Maroni: «È incredibile come un figlio possa disconoscere l’opera del ‘padrè », afferma a Montecitorio il parlamentare ligure.
Insomma, il dramma padano ha tutti i contorni di una guerra interna dalle conclusioni più inattese, anche una impensabile (almeno fino a qualche mese fa) ‘scissionè leghista.
Il partito è attraversato da fremiti separatisti, ma stavolta solo interni.
Maroni, forse infastidito dalle continue punzecchiature di Bossi, sbaraglia il campo da fraintendimenti sulla guida del partito: «Al congresso – spiega – ho detto chiaramente ai delegati: ‘Se mi eleggete sappiate che voglio pieni poteri sulla linea politica e sulla gestione del partitò. Mi hanno eletto».
Insomma, il partito l’ho conquistato con i voti dei militanti e la linea la detto io.
Bossi, dal suo canto, appare impegnato in una guerra di trincea: piccole sortite che innervosiscono l’avversario per poi ritirarsi nel silenzio.
Come le dichiarazioni negli incontri pubblici in giro nei feudi leghisti: a corrente alterna dà un colpo alla leadership di Maroni e poco dopo esprime parole di elogio per Bobo.
I due vengono descritti da separati in casa anche a Via Bellerio.
Maroni impegnato in lunghe riunioni con il nuovo gruppo dirigente per rilanciare il partito e dar vita al “Fronte del Nord”.
Bossi, chiuso nel suo studio, che riceve le visite dei suoi fedelissimi e fa le pulci al neosegretario.
Così l’ex responsabile del Viminale smentisce che il ‘senatur’ abbia ancora poteri di comando e decisionali: «Non è così», dice seccamente.
Una risposta indiretta al ‘capò che invece, durante alcuni incontri pubblici, aveva avocato a sè i poteri di reintegro nel partito di chi è stato espulso.
A sentire i bossiani, comunque, di «scissioni interne non se ne parla. I panni sporchi si lavano in famiglia».
Al massimo – spiegano – si può creare una corrente come fu quella dei ‘Barbari sognantì. Sarà .
Eppure, in Parlamento tra qualche deputato è sempre più forte il sospetto che in futuro possa nascere una “Rifondazione leghista”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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