IL GOVERNO SI DIMENTICA I FUNERALI DI STATO A LAMPEDUSA: “A ROMA SONO IN CONFUSIONE”
LA SINDACA DENUNCIA: “PRIMA LI PROMETTONO, POI NON FANNO NEANCHE QUELLI DI PAESE, ALTRO CHE DI STATO”
«Ho casualmente appreso che si sta procedendo alla sepoltura delle salme partite da Lampedusa. Senza funerali, nè di Stato nè di paese».
È duro la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, in riferimento all’impegno del premier Enrico Letta, pronunciato durante la sua visita nell’isola, sui funerali di Stato.
«Oggi a esempio aggiunge sono state mandate otto salme a Caltanissetta e 25 a Mazzarino. Ieri Kyenge i funerali li aveva confermati. Ma le salme sono di competenza del ministero dell’Interno. Forse un po’ di confusione…»
E in effetti di funerali di Stato non ne sono visti.
Ieri ad esempio 13 migranti morti nello sbarco di Sampieri del 30 settembre hanno ricevuto le esequie a Scicli.
Tredici bare ricoperte di un drappo rosso deposte ai piedi dell’altare improvvisato all’interno dello spiazzo grande del cimitero di Scicli per un momento di dolore «rotto» solo dalle lacrime dei familiari delle vittime arrivati da ogni parte d’Europa per rendere omaggio per l’ultima volta ai parenti morti nella tragica traversata del Mediterraneo, ma anche per chiedere alle autorità italiane di tumulare ad Asmara le salme perchè i genitori sono da giorni in patria in attesa delle bare.
I funerali, alla presenza del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, in un’atmosfera surreale sono stati officiati dal vicario foraneo di Scicli, don Ignazio La China, e dal prete cattolico eritreo, Keflemariam Asghedem, che durante l’orazione funebre ha implorato le autorità italiane ad intervenire nei campi libici dove migliaia e migliaia di cittadini africani aspettano di mettersi in mare alla ricerca di un Eden che non c’è
Intanto ieri è cominciata l’operazione Mare Nostrum: navi anfibie, droni, elicotteri con visori notturni.
Si tratta di una operazione «umanitaria» per «salvare vite umane», ha ribadito il ministro della Difesa Mario Mauro, ma anche di un intervento per la «sicurezza».
«Le navi hanno una doppia ragione di presenza ha detto il ministro navi militari col compito di identificare anche le navi madri, utilizzate dagli scafisti. Quando vengono individuate le navi procediamo a scortarle, vengono condotte al porto sicuro più vicino, secondo le regole del diritto internazionale. Se non ci sono migranti che hanno bisogno di assistenza sanitaria e se il battello è in condizioni di navigare aggiunge la nave viene scortata verso il porto più sicuro e più vicino, non necessariamente italiano»
E il sindaco di Catania Enzo Bianco ha proposto al governo italiano e alla Commissione Ue di ospitare nella stessa città «un avamposto nel Mediterraneo» dello stesso Frontex, che ha sede a Varsavia.
Catania infatti è servita da un aeroporto ben collegato con tutt’Europa segnala il sindaco e da un porto che fa sistema con altri porti (Augusta e Pozzallo) e aeroporti (Sigonella e Comiso) vicini.
Franca Stella
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