IL MISTER EX DI ATREJU: BLITZ DI GIAMBRUNO, PIZZINO PER GIORGIA
SORPRESA (NON GRADITA): ARRIVA COME UN PIZZINO AMBULANTE. ARIANNA FURIBONDA: “E’ VENUTO A FARE IL MASCHIO”
Il mister X di Atreju, alla fine, è diventato mister Ex. Avevano deciso di centellinare l’annuncio dei super-ospiti: Elon Musk, Rishi Sunak e giù giù fino a Riccardo Scamarcio e Michele Placido. Volevano garantire suspense al ritrovo di Fratelli d’Italia, il primo di Giorgia Meloni al governo. E invece, ieri, si sono fatti prendere alla sprovvista da Andrea Giambruno, fino a due mesi fa compagno della presidente del Consiglio. Come un Jep Gambardella made in Brianza, è venuto a rovinarle la festa. E c’è riuscito.
“Poi dici che da noi non esiste il patriarcato!”, sbotta una sorella d’Italia, militante, che ha appena visto la Sorella d’Italia, Arianna, provare a mimetizzare la smorfia che le si è stampata in faccia quando la mano dell’ex cognato le ha bussato alla spalla. Una frazione di secondo, non di più. Quando si è girata per vedere chi fosse, la sua collaboratrice – vera eroina della giornata –, le sta già portando lontano Andrea Giambruno, “il padre di mia nipote”, lo liquiderà più tardi, in nome della legge dell’albero genealogico che governa il partito. Poi giurerà che sì, le ha fatto “piacere” vederlo anche quest’anno ad Atreju.
Lui ha fatto il suo ingresso nel tendone del palco principale qualche minuto prima delle 4 del pomeriggio. L’assistente di Arianna lo placca praticamente subito, ma il giornalista Mediaset è già circondato dai colleghi, nel caso specifico poco in vena di chiacchiere da macchinetta del caffè. “Andrea!”, lo chiama e lo scorta letteralmente verso l’area riservata allo staff e ai relatori. Lui tocca la spalla della cognata ed esegue gli ordini. Dietro, alla larga dalle domande.
Forse nemmeno ce n’era bisogno. Andrea Giambruno, ad Atreju, è venuto con un mandato preciso: stare zitto.
Non pronuncia nemmeno una sillaba mentre attraversa la sala. Resta con le labbra serrate in un sorriso al limite del sadismo per tutto il centinaio di metri che percorre per spostarsi da un tendone all’altro. L’uomo dei fuorionda è muto. Si sente solo il rumore dei mocassini che incedono sulla passerella, la stessa camminata spavalda che solcava lo studio di Retequattro, il ciuffo che non c’è più. Ha portato qui, mute ma rumorosissime, questa e le altre mille rinunce che ha dovuto sopportare dopo l’addio via Instagram di Giorgia Meloni.
“È un pizzino”, “è un ricatto”, ripete chi assiste alla scena. E in sala, a caldo, Arianna Meloni non riesce a trattenere lo sdegno per l’affronto alla sorella: “È venuto a fare il maschio”, sarà la sentenza consegnata a chi le chiede che idea si è fatta.
Quel che è certo, qui, è che nessuno sapeva niente. Niente l’uomo macchina della kermesse, Giovanni Donzelli. Niente lo staff della comunicazione. Niente i ministri e i parlamentari che non sanno bene come gestire i saluti con l’ex first gentleman. Andrea Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia, lo accompagna mentre attraversa il giardino di Castel Sant’Angelo. “È un amico, lo saluto”, dice quasi giustificando quella vicinanza che – messi come siamo – serve più che altro a controllare che non succedano altri guai. “Lo chiudiamo dietro al palco fino alle 2 di notte”, aveva scherzato (ma nemmeno tanto) un esponente di Fratelli d’Italia con i giornalisti che si erano messi di guardia all’uscita. Invece nemmeno mezz’ora dopo, Giambruno fa capolino con il direttore del Tempo Davide Vecchi e insieme si dirigono verso il secondo palco della festa, dove sta per iniziare un dibattito sul Reddito di cittadinanza (dal sobrio titolo: “Giù dal divano. L’Italia si rimbocca le maniche”). Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro, lo abbraccia sotto palco: “Vuoi salire?”, gli chiede. E quella che doveva essere una battuta, rischia di trasformarsi in una minaccia. Giambruno non sale, ma guadagna una sedia riservata, non in mezzo alla platea. Per evitare spiacevoli contatti, la macchina di Atreju fa arrivare 23 (ventitré) volontari con la felpa blu a creare un cordone di sicurezza attorno a mister Ex. In sottofondo, corre il tormentone di Colapesce e Dimartino. “Ma io lavoro, per non stare con te…”. Meloni è a Bruxelles per il Consiglio europeo. Torna oggi, chissà che splash.
(da Il Corriere)
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