IL PACCHETTO DEI SACRIFICI PER ATENE: TAGLI AL SALARIO MINIMO, LICENZIAMENTI E TICKET
FAMIGLIE GRECHE RIDOTTE ALLO STREMO, IN BILICO LE MISURE SULLE PENSIONI… DISMISSIONI DEL PATRIMONIO STATALE PER 4,5 MILIARDI
Privatizzare, tagliare pensioni e salari, licenziare i dipendenti pubblici, rifinanziare le banche, chiudere i rubinetti della sanità , della difesa, degli enti locali e della politica per salvare la Grecia dal fallimento.
Quello che il governo ha approvato è un piano di tagli alla spesa pubblica e di future dismissioni del patrimonio statale da 4,5 miliardi, che comporta gravi sacrifici per tutta la popolazione. Tuttavia, questa drastica manovra consentirà al Paese di andare avanti e di ricevere la liquidità con cui rimborsare a marzo quei 14,5 miliardi di obbligazioni governative che sono in scadenza. Senza il pacchetto di aiuti da 130 miliardi, patteggiato in cambio del piano di austerity, la Grecia sarebbe infatti andata in default e di conseguenza sarebbe uscita dall’euro.
Se, quindi, ancora per il 2012, i conti della Grecia saranno in rosso, dopo questa drastica cura fatta di tagli e privatizzazioni, il governo di Atene dovrebbe registrare un surplus di 3,6 miliardi già a partire dal prossimo anno.
Salario minimo.
Una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation e una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito.
Questo in sintesi l’impegno che è stato preso per riuscire a spuntare un piano di aiuti dall’Europa che permetta alla Grecia di evitare il default e di non uscire dall’euro.
Si tratta della misura che più ha irritato i greci, anche perchè con la nuova legge sarà molto più facile portare avanti maxi piani di licenziamento. Tra tagli ai salari e ai posti di lavoro, Atene conta di risparmiare circa 3,3 miliardi di euro solo quest’anno. Poi il governo dovrà anche intervenire sulle pensioni, con delle misure ad hoc.
Tagli e riforme.
Tra le molte voci di spesa che sono state ridotte, è previsto un risparmio da 1,1 miliardi del ticket relativo ai prodotti farmaceutici, minori spese per la sanità , l’abolizione delle regole restrittive sulle guide turistiche, l’apertura del mercato energetico agli investimenti stranieri.
Non solo: tagli alla difesa per 300 milioni di euro, diminuzione delle spese elettorali di 270 milioni, riduzione degli investimenti pubblici per 400 milioni.
Alla fine di tutto questo, il governo si è inoltre impegnato a racimolare 300 milioni supplementari di tagli, che devono ancora essere identificati e concordati insieme con la Ue, la Bce e l’Fmi.
Privatizzazioni.
Verranno messi in vendita i gioielli appartenenti allo Stato, come le quote pubbliche delle società petrolifere e del gas, quelle dell’acqua e delle lotterie.
Entro la fine dell’anno Atene dovrebbe raccogliere 4,5 miliardi da operazioni di cessione, vale a dire 3 miliardi in più rispetto agli 1,5 miliardi che è riuscita a racimolare fino ora.
Entro la fine del 2015, l’obiettivo è ancora più ambizioso e punta di incassare grazie alle privatizzazioni ben 15 miliardi di euro. Secondo la bozza del documento iniziale, l’obiettivo di medio-lungo termine era invece raccogliere dalle privatizzazioni 50 miliardi di euro.
Statali.
Dopo aver chiesto ai privati cittadini pesanti sacrifici, anche i dipendenti pubblici dovranno pagare il loro dazio.
Sono previsti infatti 15mila licenziamenti nel settore pubblico, ovvero il 10% dei tagli al personale della pubblica amministrazione da realizzare entro il 2015, e che rientrano nei piani di risparmi nella sanità , negli enti locali, nella difesa e nei costi della politica in generale.
Per il 2012 il governo stima di risparmiare 3,3 miliardi di euro solo grazie ai nuovi licenziamenti e al taglio dei salari.
L’effetto combinato di questi fattori, insieme alla riforma del mercato del lavoro e al piano di austerity, riporterà i conti dello stato in surplus già nel 2013 .
Banche.
Grazie agli aiuti pubblici, le banche greche e i risparmi dei loro clienti sono salve.
Gli istituti ellenici che devono far fronte a 17 miliardi di euro di perdite, legate alla svalutazione del debito sovrano, dovranno raggiungere un indice del patrimonio di base (core Tier 1) del 9% entro settembre.
Ma l’obiettivo degli istituiti ellenici di medio termine è quello di arrivare a un Core Tier 1 del 10% entro la fine di giugno del prossimo anno. Inoltre le banche che si trovassero ad avere ancora bisogno di capitale potranno chiedere un aiuto allo Stato per ottenere nuovi finanziamenti, in cambio dovranno emettere titoli pubblici greci o bond convertibili.
Prestiti.
In cambio di questa nuova ondata di privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica, la Grecia potrà prendere in prestito fino ad un massimo di 35 miliardi dal fondo temporaneo salva Stati (Efsf). Con questa liquidità il governo di Atene potrebbe finanziare il riacquisto dei bond sovrani offerti nell’Eurozona, con obbligazioni emesse dall’Efsf. I prestiti greci sono infatti spazzatura, e senza gli aiuti Ue non avrebbero più valore.
Solo a marzo andranno a scadenza 14,5 miliardi bond greci, che dovranno essere rimborsati.
A fronte delle manovre concordate con l’Ue, la Bce e l’Fmi, la Grecia riceverà un piano di aiuti complessivo da ben 130 miliardi di euro.
Sara Bennewitz
(da “La Repubblica“)
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