IL PREZZO DEI BAMBINI: 200 EURO SOTTO I 9 ANNI
OGNI GIORNO MUOIONO 16.000 BAMBINI, IL 10% NON ARRIVA A 5 ANNI
Giovedì l’Unicef ricorda che da 25 anni le Nazioni Unite proteggono i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Non sappiamo se nella riunione australiana i signori del G20 hanno dedicato qualche minuto alle tragedie che avviliscono milioni di ragazzi.
Semmai fra un anno ne discuteranno in Turchia. Non cambia granchè.
Ogni giorno muoiono 16 mila bambini, il 10% non arriva a 5 anni, malattie dai nomi diversi: solo fame.
Chi ce la fa diventa a prova di pallottola eppure l’equilibrio è per sempre perduto. Ogni giorno sei miliardi di persone aprono il frigorifero per mangiare qualcosa mentre il miliardo dei senza frigorifero trova la dispensa vuota.
Se la cavano come possono: 170 milioni di ragazzi (dai 5 ai 15 anni) diventano braccia di un lavoro pagato con gli spiccioli, dagli scavi in miniera a chi cuce l’alta moda.
Tanta fatica per qualche soldo e 150 milioni scelgono di tirare avanti vagabondi nelle strade, invisibili senza collare.
Famiglie che consumano la speranza negli slums, favelas, villas miserias o marciapiedi delle grandi città .
Lo strabismo delle società in doppiopetto li seppellisce nei ghetti africani, asie misteriose, americhe violente. Adesso sono qui. Passeggiano sui nostri marciapiedi; accendono il risentimento delle nostre periferie che inseguono l’attenzione dei politici propensi a rimandare e rimandare, prima o poi qualcuno ci penserà .
Inquietudini agitate da chi è invecchiato nell’emarginazione; ribellioni contenute dalle corporazioni degli affari che arruolano l’adolescenza tradita nei battaglioni dei ragazzi-soldato: 180 milioni dispersi fra le guerriglie o inquadrati nelle divise dei paesi con poltrona al Palazzo di Vetro.
Non importa quale futuro: tanto non sono nessuno.
Eppure la loro quotazione resta alta nel mercato nero della carne umana.
Tra Siria e Iraq l’amministrazione del Califfato islamico ha messo ordine nella compravendita dei curdi ridotti in schiavitù.
Tariffario sul quale si paga il 20% di una specie di Iva.
Da uno a 9 anni i bambini valgono 200 euro; 101 euro da dieci a 18 anni; 68 per le donne yazide e cristiane sotto i 30. Le quarantenni quasi niente.
Allucinazione di un’ordinanza ufficiale da qualche giorno rigorosamente rispettata. Dev’essere la vergogna a ripiegare la notizia nel silenzio di un’informazione che si sconvolge (per qualche ora) quando tagliano la gola all’ultimo ostaggio, ma resta tiepida se la profanazione riguarda le generazioni con le quali faremo i conti domani.
Poi l’imbarazzo dei governi in altalena sulle convenienze politiche: con un colpo di testa alla Bush, può Obama compromettere la presidenza della signora Clinton?
Il Medio Oriente è una polveriera dove ognuno corre come vuole.
Le persone non contano, i ragazzi ancora meno.
Appena si ferma il massacro di Gaza, Gerusalemme annuncia l’esproprio di 400 ettari di territorio palestinese per la costruzione di una nuova colonia destinata agli immigrati russi, un milione e 200 mila arrivati negli ultimi anni.
Non importa se Europa e Stati Uniti si arrabbiano per le trattative di pace che ripiombano nel caos.
Qualche giorno fa la Mogherini, ministro Esteri Ue, incontra Netanyahu.
Lo prega di mettere fine agli insediamenti delle nuove colonie: negli ultimi mesi hanno distrutto 350 abitazioni palestinesi.
Appena parte, Netanyahu annuncia la costruzione di 500 alloggi in un terreno da requisire nel rione di Ramat Shlomo. Haaretz, storico giornale israeliano, riprende il documentario su una casa palestinese sgombrata nelle ore buie.
Bambini trascinati in strada dagli ordini di un tenente dalla voce metallica che riporta all’Europa Anni 40.
Con quali sentimenti ricorderanno la loro notte dei cristalli i piccoli strappati al sonno per finire nei ghetti dei profughi senza patria?
La rabbia comincia sempre così.
Maurizio Chierici
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