IL SOSPIRO DI SOLLIEVO ALL’ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE: “MEGLIO COSI’, NON SAREBBE STATO PIU’ POSSIBILE LAVORARE CON LUI”
LE REAZIONI DEI LAVORATORI DOPO L’ALLONTANAMENTO DEL GENERALE VANNACCI
“Meglio così, sarebbe stato difficile lavorare con lui dopo quello che ha scritto nel libro”. L’Istituto geografico militare (Igm) di Firenze occupa gli splendidi spazi di un ex convento nel cuore della città, tra piazza Santissima Annunziata e piazza San Marco.
In un giorno d’estate chi ci lavora, e cioè circa 400 civili e la metà di militari, ha conosciuto un aspetto inedito di quel generale appena arrivato. Oggi, infine, lo ha visto uscire di scena a meno di due mesi dal suo arrivo. “E’ successo tutto molto velocemente – racconta un dipendente – non avevamo fatto in tempo a conoscere Roberto Vannacci. Nessuno tra i colleghi se lo aspettava”. Non risultano prese di posizione di tenore simile a quelle del libro nei suoi giorni fiorentini.
L’Istituto è l’ente cartografico dello Stato e delle Forze armate. Ha una lunga storia, iniziata nel 1861 dopo l’unità d’Italia, e una ricca collezione di carte antiche e testi tecnici. Tra l’altro, tra i suoi disegnatori c’è stato anche per un breve periodo, nel 1943, Marcello Mastroianni.
Di recente l’Igm ha subito un lutto pesante. Il 15 giugno due lavoratori sono morti insieme ad un militare perché la jeep su cui viaggiavano per fare dei rilievi necessari al controllo del confine a Ventimiglia è finita in un dirupo. Il generale Vannacci è arrivato pochi giorni dopo quella tragedia e visto quello che era accaduto il passaggio di consegne è stato molto sobrio.
“Nel suo ruolo ci si occupa di politica e soprattutto di rappresentanza, visto che chi guida l’Igm è di solito il più alto in grado dell’Esercito in città. Per questo partecipa a tutte le celebrazioni pubbliche, come quelle dell’11 agosto, per la liberazione di Firenze – racconta un altro lavoratore – Dato il suo curriculum, il fatto che venisse da noi, dove il comandante non svolge certo un ruolo operativo, è sembrato un po’ un declassamento”.
Quando sono usciti i passaggi del libro autoprodotto del generale, in molti all’Igm sono saltati sulla sedia (o sulla sdraio, visto il periodo di ferie). Le chat sono impazzite e hanno iniziato a circolare anche letture dietrologiche. “Non poteva non sapere che lo avrebbero mandato via. Lo ha fatto apposta, magari tenterà la carriera politica”, ha scritto un civile dell’Istituto. Altri lo hanno difeso, almeno in parte, dicendo che in fin dei conti ha scritto il libero esprimendo opinioni a titolo personale.
Il grosso dei lavoratori, però, si è molto indignato. “L’Igm è molto sindacalizzato, ci sono tanti lavoratori di sinistra. Tesi così arretrate, sessiste e razziste sono un insulto alla nostra storia”.
(da agenzie)
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