IL TAGLIO DI UN PUNTO IRPEF COSTA PIU’ DI 4 MILIARDI, MA VALE SOLO 12 EURO AL MESE PER I CITTADINI
FAR SCENDERE L’ALIQUOTA DEL PRIMO SCAGLIONE DAL 23% AL 22% FAREBBE RISPARMIARE 12,5 EURO O 7,3 EURO AGLI ITALIANI… E’ L’ULTIMA PATACCA PROPOSTA DALLA LEGA
Spendere più di 4 miliardi per mettere in tasca ai cittadini un beneficio di poco superiore ai 12 euro al mese.
E’ questo in sintesi l’effetto della ventilata riduzione di un punto percentuale, dal 23 al 22 per cento, dell’aliquota Irpef per il primo scaglione di redditi.
Una idea che ha fatto propria la Lega nei giorni scorsi, in vista della legge di Bilancio e nel tentativo di avviare la riduzione del peso delle tasse, da abbinare all’abbozzo di flat tax per le partite Iva.
La partita è tutt’altro che definita e di qui alla scrittura della Manovra interverranno molti cambiamenti. Ma questa è una delle ipotesi avanzata nella cabina di regia economica leghista per iniziare a lanciare un segnale agli elettori, dando ormai per scontato che realizzare in toto le promesse di una tassa piatta per tutti – modulata su due aliquote – sia un progetto da archiviare in vista di tempi migliori, se mai arriveranno.
A fare i conti in tasca al disegno leghista ci hanno pensato i commercialisti, oggi in audizione al Senato sulle semplificazioni fisali.
“Numeri alla mano, condividiamo le perplessità espresse da più parti sul rapporto costi – benefici della riduzione al 22% dell’attuale aliquota IRPEF del 23% e invitiamo governo e maggioranza a concentrare le risorse su interventi più mirati che possono lasciare veramente il segno, come quelli sulle partite IVA, tenendo però conto dei nostri suggerimenti per non creare pericolosi effetti distorsivi”, ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti e degli Esperti Contabili Massimo Miani, a margine dell’intervento a Palazzo Madama.
Da dove viene quel conteggio? Sulla base delle dichiarazioni dei redditi dell’anno passato, i commercialisti calcolano un costo di 4,1 miliardi di euro dalla limata all’aliquota al 22 per cento.
Ma le risorse ingenti si andrebbero a spalmare su ben 30,8 milioni di contribuenti, quelli che dichiarano una imposta netta positiva e quindi pagano le tasse.
Questo meccanismo, sostengono gli esperti, “determina un vantaggio individuale molto esiguo, pari a 12,5 euro al mese per i 22 milionidi contribuenti che dichiarano un reddito superiore a 15.000 euro e pari a 7,3 euro al mese per gli 8,8 milioni di contribuenti che dichiarano meno di 15.000 euro di reddito”.
(da “La Repubblica”)
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