IMMIGRATI E LAVORO, LA POLITICA GUARDI IN FACCIA I NUMERI
LA RELAZIONE DELL’INPS DIMOSTRA CHE GLI IMMIGRATI SONO UNA RISORSA PER L’ITALIA, LA SALVEZZA DEL NOSTRO SISTEMA PREVIDENZIALE
Parlare il linguaggio della verità non è mai popolare. Le circostanze talvolta impediscono di farlo ai politici, ma per chi come Tito Boeri ha la responsabilità di tenere in piedi uno dei sistemi di protezione sociale più grandi del mondo è un dovere istituzionale.
Di fronte ai fatti di questi mesi, all’insipienza dell’Europa, all’ignavia che ha lasciato l’Italia sola ad affrontare una crisi migratoria senza precedenti, il rapporto Inps squarcia il velo dell’ipocrisia.
Gli studi dell’Istituto — corroborati dal lavoro dei ricercatori del programma VisitInps — confermano che gli immigrati non sono più un contributo alla crescita delle nostre economie, ma il necessario supporto di un sistema previdenziale sempre più appesantito dall’aumento dell’aspettativa di vita.
Non solo: i numeri dimostrano che tutto questo avviene a dispetto della leggenda secondo la quale gli immigrati tolgono il lavoro agli italiani.
Una ricerca sulla grande sanatoria del 2002 anticipata nei mesi scorsi dalla Stampa dimostra al contrario che la gran parte di loro si dimostra più flessibile e disposto ad accettare i mestieri che gli italiani non hanno più voglia di fare.
Negli ultimi anni la risposta della politica all’ondata migratoria ha risposto all’inevitabile logica dell’emergenza e ai timori legati all’estremismo islamico.
Dalla grande sanatoria del 2002 in cui furono regolarizzate nella sola industria più di 230mila persone, il numero di immigrati accolti nel mercato del lavoro italiano si è assottigliato fin quasi ad azzerarsi.
I numeri di Boeri dimostrano che così facendo stiamo mettendo un cappio al collo dell’economia e del sistema previdenziale.
Prima o poi bisognerà farci i conti.
(da “La Stampa”)
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