IN ITALIA, PRIMA DI ATTRAVERSARE UN PONTE, È MEGLIO FARSI IL SEGNO DELLA CROCE: IL VIADOTTO LONGOBUCCO, IN PROVINCIA DI COSENZA, È CROLLATO UN’ORA DOPO CHE ERA STATO CHIUSO AL TRAFFICO PER UNA FRANA
IL SINDACO: “ABBIAMO RISCHIATO UNA TRAGEDIA COME IL MORANDI”…. L’OPERA ERA STATA COSTRUITA CON FONDI REGIONALI SOLO 9 ANNI FA. LA PROCURA HA APERTO UN’INCHIESTA
«Il ponte è sotto sequestro e i cittadini sono indignati: non può crollare in questo modo un viadotto». A parlare è Giovanni Pirillo, sindaco di Longobucco, Comune in provincia di Cosenza lì dove mercoledì si sono abbattute forti piogge e la furia di un torrente. Al punto da far collassare una parte del viadotto sul fiume Trionto.
A cedere è stato uno dei piloni, ma all’attenzione della procura di Castrovillari – che ha aperto un’inchiesta- ci sono, più in generale, anche i lavori sulla statale di collegamento tra l’entroterra e la costa. Cantierizzata negli Anni 90, non è mai stata ultimata.
Il ponte, invece, costruito con fondi regionali appena 9 anni fa sulla cosiddetta «Sila-Mare», era aperto al traffico dal 2016. E ora le indagini puntano a verificare eventuali responsabilità, mentre i tremila residenti sentono di essere stati fortunati: la strada era stata chiusa un’ora prima del crollo a causa di una frana. «Altrimenti ci saremmo trovati di fronte alla tragedia del ponte di Genova», commenta il primo cittadino.
L’Anas ha specificato di non avere responsabilità sulla realizzazione e che la gestione di sua competenza è partita soltanto nel 2019. Sempre la società, proprio in via precauzionale, aveva deciso di bloccare il transito dei veicoli sulla statale. Da lì a poco il cedimento, ripreso in un video di un testimone, pubblicato poi su Facebook.
Tutto è accaduto in pochissimi secondi: un pezzo dell’infrastruttura si è piegato, finendo sul letto del fiume. E ora i tecnici sono al lavoro per stabilire cosa abbia provocato il crollo.
(da La Stampa)
Leave a Reply