IN LIGURIA NON SI VOTA PER BIASOTTI, MA PER IL VICE LEGHISTA: BASTA SAPERLO, COSI’ SI STA A CASA
PERCHE’ IL PDL DEI “CACASOTTO” PERDERA’ IN LIGURIA: SI RISCOPRE L’OPPOSIZIONE SOTTO ELEZIONI, OGNUNO PENSA PER SE’, MANCANO LE IDEE, APPIATTITI SULLA LEGA….UN LEGHISTA CHE SI PRESENTA GIA’ COME VICEPRESIDENTE, UN ALTRO CHE PIANGE PERCHE’ HA TROVATO I SUOI SANTINI NEL CASSONETTO, SALVO BECCARSI UNA DENUNCIA PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE…E LA SINISTRA RINGRAZIA
Quando sono iniziate le “grandi manovre” in vista delle regionali, i cittadini più informati avevano chiara l’alternativa: o votavano per Claudio Burlando, governatore Pd uscente, un passato da ministro, bersaniano di ferro, o optavano per Sandro Biasotti, deputato del Pdl, già presidente della Regione.
I due erano dati dai sondaggi sostanzialmente alla pari, con ottime possibilità per il centrodestra di ritornare a governare la Liguria, nonostante le iniziali incertezze del partito su chi candidare e un’attività politica di opposizione reale prossima quasi allo zero.
Ricordiamo a tal fine l’epiteto che Scajola rivolse qualche mese fa ai consiglieri pidiellini degli enti locali, definiti “cacasotto” proprio per la loro invisibilità .
Salvo qualche piccola eccezione “movimentista”, la più nota e qualificante attività dei consiglieri del Pdl è infatti quella di scaldare la sedia.
Ciò non ha impedito loro di ringalluzzirsi in vista della nuova candidatura, foriera di altri 5 anni di prebende, soprattutto in caso di vittoria di Biasotti.
Il quale ha inanellato una serie di errori: in primo luogo ha permesso che nelle liste ricomparisse qualche nome sotto inchiesta da parte della magistratura, rinunciando così a usare tale arma contro gli avversari (che hanno personaggi discussi anche loro).
Poi ha spostato la sua linea su posizioni prone alla Lega che in Liguria prende solo il 9,9%, arrivando a vendersi pure la vicepresidenza al capolista padano, Francesco Bruzzone.
Se avesse resa nota anche la lista degli assessori, Biasotti avrebbe al limite compiuto un atto politico giustificabile, in nome della trasparenza.
Ma limitarsi a indicare un leghista come vice è stato solo un atto di debolezza.
In passato la vicepresidenza era stata assegnata al consigliere che aveva ottenuto più preferenze, un criterio senz’altro più rispettoso della volontà popolare.
Siamo arrivati al punto che il leghista Bruzzone, caso unico nella padagna del magna magna, pur essendo stato di fatto commissariato nella segreteria della Lega ligure con la Rosy Mauro, per questioni relative a bilanci, pur essendo finito penosamente sui giornali per essere stato beccato a inviare lettere di raccomandazione usando la carta intestata della Regione, nel suo santino elettorale si proclama “Francesco Bruzzone, Vice Presidente” (oddio, intanto il vice andava minuscolo e presidente “di cosa” andava precisato, ma lui le aule scolastiche le frequentava quando ormai i professori le lasciavano libere per le pulizie, non si può pretendere troppo).
Poi Biasotti ha accettato che fossero inseriti in lista soggetti più facili a fare politica nei corridoi degli enti locali che nelle aule, più a chiedere favori alla stampa amica che a gestire il malcontento diffuso tra i cittadini.
Fino ad errori di percorso, come quello di “bucare” riunioni di categorie cui era stato invitato, far dire a un ragazzo in uno spot che nessuno fa nulla per il lavoro dei giovani, salvo poi scoprire che era un suo ex dipendente precario cui non era stato rinnovato il posto, inviare una lettera agli operatori delle Asl invitandoli a schierarsi con lui, altrimenti se ne sarebbe ricordato in futuro.
Se a ciò si aggiungono i riflessi nazionali e i pochi appoggi ricevuti dal vertice, il dado è tratto: gli ulimi sondaggi danno le truppe di Burlando, che pur non godono certo di ottima salute, in vantaggio.
La profondità di analisi del centrodestra ligure può essere sintetizzato nel “grave problema politico” sollevato oggi dal deputato, nonchè numero due in lista, nonchè presente nel listino bloccato, nonchè segretario provinciale, Edoardo Rixi: “Una militante della Lega ha trovato al Lagaccio il mio materiale elettorale nei rifiuti. Sto pensando a un esposto in procura”.
Qua il problema è davvero grosso: a chi ha dato il materiale Rixi?
A qualche sabotatore finto leghista che invece di imbucarlo lo la gettato nella rumenta?
O si tratta della libera iniziativa dei singoli cittadini buongustai del quartiere che hanno collocato le sue tesi nel posto più idoneo?
E poi che Rixi precisi meglio quantità , posizione, collocazione, localizzazione del reato.
Chieda il supporto, nel caso, di eventuali videocamere in zona per identificare targhe di eventuali auto in fuga verso la riviera di levante dopo il colpo.
Nel frattempo che meditava sul’esposto, Rixi pare ne abbia ricevuto uno reale per “istigazione all’odio razziale”, depositato ieri.
Nel suo volantino infatti si vede un pensionato in coda strattonato, con la dicitura: “Indovina chi è l’ultimo?”.
Gli sarebbero passati avanti in malo modo nella coda un arabo ringhioso con la scimitarra, una nomade rapace, un africano con collane d’oro sospette e un cinese coi dentoni di fuori.
Un invito alla pace e alla tolleranza insomma.
In Liguria “il partito dell’amore” si è fuso forse con quello dell’odio?
Povera quella destra, destinata alla sconfitta, che sa solo parlare da anni di zingari e moschee, alimentando divisioni e “percezioni” di sicurezza fasulla.
Comunque ora che tutti hanno capito che le elezioni sono per “Bruzzone Vice Presidente”, tranquilli che i liguri di “vera destra” sapranno regolarsi di conseguenza.
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