“IO SONO GIORGIA” NON HA ANCORA CAPITO CHE BATTERE I PUGNI SUL TAVOLO IN EUROPA NON FUNZIONA
NELLA BATTAGLIA SULLE AUTO VERDI IL GOVERNO MELONI È USCITO SCONFITTO E ISOLATO… L’AMBASCIATORE STEFANINI: “IL PUNTO È COME LA PARTITA È STATA GIOCATA. NOI CON LE REGOLE DELLA POLITICA INTERNA ITALIANA, CHE IMPONE DI FARE LA VOCE GROSSA, BERLINO CON LE REGOLE DEL GIOCO UE, CHE SI FA CREANDO ALLEANZE E NEGOZIANDO DIETRO LE QUINTE. PARLARE POCO E INCASSARE MOLTO
È bastato un tweet a far passare dal semi positivo all’insufficiente il bilancio del Consiglio Ue per l’Italia. Ieri mattina, Frans Timmermans, vice presidente della Commissione Ue, annunciava semplicemente «abbiamo raggiunto un accordo col governo tedesco sul futuro uso dei carburanti sintetici sulle autovetture».
Bene per l’industria automobilistica tedesca che potrà continuare a produrre e a vendere automobili con motore a combustione – purché ad alimentazione sintetica – oltre il 2035. Male per quella italiana che non ha ottenuto l’eccezione per i biocarburanti.
La questione delle eccezioni al bando del 2035 per i carburanti non fossili va tenuta separata dalla valutazione dei risultati del Consiglio europeo in quanto non era all’ordine del giorno. Non ci deve essere dubbio sulla capacità della presidente del Consiglio di difendere gli interessi italiani. Lo fa efficacemente e vibratamente. Non le si può rimproverare di essere per ora a mani vuote sui biocarburanti, importanti per noi quanto i carburanti sintetici per la Germania, per mancanza d’impegno.
La differenza non sta neanche nel maggior peso specifico della Germania rispetto alla Italia. Sta soprattutto nel come la partita è stata giocata. Noi con le regole della politica interna italiana, che impone di fare la voce grossa e tenere la massima visibilità; Berlino con le regole del gioco Ue, che si fa creando alleanze e negoziando dietro le quinte. Parlare poco e incassare molto. Questo vale per tutto: migranti, Pnnr, Mes ecc.
L’errore storico di molti leader italiani è stato di credere che battere i pugni sul tavolo porti dividendi in casa. In realtà, risultati che si ottengono a Bruxelles – e lo stesso vale in ogni foro multilaterale – sono spesso inversamente proporzionali ai pugni battuti. Meloni è purtroppo in buona compagnia di predecessori che fecero l’errore – e perseverarono. Per sua fortuna ha il tempo di correggere la rotta.
(da La Stampa)
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