ITALIA, PAESE PIU’ CARO PER I MUTUI IMMOBILIARI: TASSE SULLA CASA AUMENTATE DEL 107% IN DUE ANNI
TASSO AL 3,07% CONTRO UNA MEDIA EUROPEA DEL 2,71%… DA ICI A IMU A TASI E SCHIZZA IL PESO DEL FISCO
Non bastasse la recessione, il livello record della disoccupazione e il calo del potere di acquisto degli stipendi
A incidere sull’economia delle famiglie italiane sono anche le spese per il mutuo, in media le più alte dell’Eurozona: a maggio di quest’anno, il tasso medio d’interesse sui prestiti per acquisto di abitazioni si è attestato al 3,07 per cento.
Il che equivale a 36 punti base in più rispetto al 2,71 per cento del resto d’Europa.
Una dato contenuto in uno studio di Confartigianato, in cui si rivela come il mercato immobiliare sia sempre più zavorrato dal peso del carico fiscale: in 2 anni le tasse sulle abitazioni sono aumentate del 107,2%, con il passaggio dall’Ici all’Imu e ora alla Tasi.
Non stupisce, allora, che il mercato dei mutui abbia avuto una nuova battuta d’arresto: è diminuito lo stock complessivo di mutui concessi alle famiglie: sempre a maggio, l’ammontare è stato di 360,1 miliardi, in flessione dell’1,1 per cento rispetto all’anno scorso.
Il maggio calo, su base regionale, si registra in Abruzzo (-4%), Basilicata (-3,4%), Molise (-3,4), mentre sono in aumento in Trentino Alto Adige (+1%).
“Sconcertante” è il divario nord-sud: l’80,7 per cento dei mutui è stato concesso nelle regioni del centro-nord e solo il rimanente 19,3 per cento nel Mezzogiorno, dove per altro si registrano i maggiori cali sulle somme erogate, con Abruzzo (-4 per cento), Basilicata e Molise (-3,4 per cento).
A pesare sulla crisi del mercato immobiliare, secondo il rapporto, “c’è anche la tassazione, che tra il 2011 e il 2013, nel passaggio da Ici a Imu, è aumentata del 107,2%.
E con l’introduzione della Tasi, (la nuova tassa sui servizi indivisibili) le cose potrebbero peggiorare”.
L’applicazione del nuovo tributo ad aliquota base “farebbe crescere il prelievo fiscale del 12%, mentre se venisse applicata l’aliquota del 2,5 per mille la tassazione sull’abitazione principale aumenterebbe addirittura del 60% rispetto al 2013”.
I numeri, del resto, parlano dell’edilizia come di un settore in crisi: tra giugno 2013 e giugno 2014, le aziende del settore sono diminuite dell’1,7%.
Ancor più negativo l’andamento delle imprese edili artigiane che nell’ultimo anno sono calate del 2,7%.
Quanto agli occupati, sono 1.496.920 i posti di lavoro nelle costruzioni, la contrazione nell’ultimo anno si attesta a – 4,8%.
Le imprese del settore costruzioni sono anche quelle che ‘soffrono’ maggiormente la diminuzione dei finanziamenti bancari: tra aprile 2013 e aprile 2014 lo stock di credito è calato del 10,8% rispetto alla flessione del 6,7% registrata dal totale delle imprese.
Peggiora anche la qualità del credito all’edilizia: i tassi di interesse sui prestiti bancari alle aziende si attestano al 7,21% a fronte del 6,48% applicato al resto delle imprese
“Qualche spiraglio di luce – conclude l’organizzazione degli artigiani – si intravede nel trend delle compravendite immobiliari, che nel primo trimestre 2014, per la prima volta dopo 8 trimestri consecutivi di calo, sono cresciute dell’1,6% rispetto a marzo 2013”.
Inoltre, nello stesso periodo, “il prezzo delle abitazioni è diminuito del 5,3%”.
Luca Pagni
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