L’ARCOBALENO SVANITO: DOVE SONO FINITI I PACIFISTI?
PRIMA I CORTEI AFFOLLAVANO LE PIAZZE E IL LEADER POLITICI FACEVANO A GARA PER MOSTRARSI IN PRIMA FILA CONTRO LE GUERRE, OGGI SILENZIO ASSOLUTO
AAA cercansi disperatamente pacifisti. Che in Italia sembrano non esistere più.
Da quando è scoppiata l’ultima offensiva israeliana a Gaza, infatti, nessuno è sceso in piazza a protestare.
Men che meno per le stragi dell’Isis contro i cristiani in Iraq.
Anzi, per la verità , una manifestazione ci sarà , il 21 settembre a Firenze, per la pace in Medio Oriente e in Palestina in particolare.
Ma, se la tregua tra Hamas e Israele reggerà , sembra un’iniziativa fuori tempo massimo. Finora, infatti, non si è mosso nulla. Non era mai accaduto.
Durante l’operazione Piombo fuso — dicembre 2008/gennaio 2009 —, per esempio, numerose furono le iniziative per protestare contro le incursioni israeliane a Gaza. Ora, invece, tutto tace.
Dopo aver vissuto il suo momento di gloria, infatti, il mondo pacifista sembra finito da un pezzo. La pietra tombale è stata posta dalle elezioni del 2008, quando la Lista Arcobaleno è rimasta fuori dal Parlamento.
Fino a quel momento era stata un’escalation. Specialmente sotto il governo di Silvio Berlusconi dal 2001 al 2006.
Quando, causa 11 settembre e guerre in Afghanistan e Iraq, i pacifisti hanno riconquistato la scena. Complice anche la valenza antiberlusconiana di molte manifestazioni, le piazze venivano riempite con grande facilità .
Zeppe, soprattutto, di leader della sinistra nostrana. Piero Fassino, Massimo D’Alema, Fausto Bertinotti, Francesco Rutelli, Alfonso Pecoraro Scanio, Paolo Cento, Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Paolo Ferrero.
Ma anche, alla marcia Perugia-Assisi, esponenti ex Dc come Franco Marini e Rosy Bindi. E poi ancora Fabio Mussi, Livia Turco, Gennaro Migliore.
Tutti con il loro fazzolettino arcobaleno al collo. Arcobaleni che, in forma di bandiere, hanno ornato i balconi delle nostre città per anni.
Alcuni stendardi sbiadivano sotto i colpi dello smog, ma resistevano. Oggi anche loro sono spariti. Non se ne vede più nemmeno uno.
Poi c’erano i leader. Il napoletano Francesco Caruso. Il quale, dopo due anni da deputato, è finito a lavorare al Parco nazionale del Gran Sasso.
Luca Casarini, oggi consulente di marketing a Palermo, alle ultime Europee si è candidato, senza successo, con la lista Tsipras.
Vittorio Agnoletto, il leader del Genoa Social Forum, protagonista delle tremende e tragiche giornate di Genova, dopo un passaggio da parlamentare europeo, è tornato a fare il medico.
Il culmine il movimento pacifista lo raggiunse con la manifestazione del 15 febbraio 2003 a Roma. Tre milioni di persone in piazza per dire “no alla guerra in Iraq senza se e senza ma”.
Ventisette treni speciali e migliaia di pullman da tutta Italia. Con approdo a piazza San Giovanni. La Rai non mandò la diretta tv e D’Alema si infuriò. “La vergogna di questa giornata per la Rai è indimenticabile” tuonò l’ex premier.
Che anni dopo, da ministro degli Esteri del Prodi II, si fece immortalare a braccetto con un rappresentante di Hezbollah dopo un bombardamento su Beirut. Manifestazioni, però, si erano viste anche precedentemente per protestare contro l’intervento in Afghanistan, deciso dopo l’11 settembre.
Il numero dei cortei è iniziato a scemare dopo la vittoria dell’Ulivo nel 2006.
Anche perchè il governo del Professore, pur tra qualche critica, non ha mai fatto mancare i voti al rifinanziamento delle missioni militari, a partire dall’Afghanistan.
In quel periodo a ogni corteo scoppiava la polemica per la contraddizione di un governo italiano a sostegno della politica Usa e, al contempo, esponenti di quella maggioranza — Rifondazione e Pdci — che scendevano in piazza contro la guerra.
Un corto circuito politico istituzionale che è andato avanti per tutta la durata dell’esecutivo Prodi.
Poi è arrivata la stangata del 2008. Da allora le manifestazioni pacifiste sono andate via via diradandosi.
L’unica rimasta impressa nella memoria collettiva la si ricorda per la deriva violenta, con i black bloc che nell’ottobre 2011 misero a ferro e fuoco il centro di Roma.
Gianluca Rosselli
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply