LA BALLE DI RENZI E LA FUGA DEI SUPPLENTI ALLA CANNA DEL GAS
“MOLLO TUTTO, ORA SPERO SOLO DI TROVARE UN ALTRO LAVORO”
Francesca ha messo le mani avanti. Appena rientra dalle vacanze, la settimana prossima, porterà il curriculum ad alcune cooperative in cerca di un posto da educatrice.
Trentaquattro anni, supplente da dieci nelle scuole elementari di Ravenna e provincia, una decina di istituti e paesi cambiati, anche per un giorno di lavoro da 40 euro lordi. L’annuncio dell’altro ieri del ministro Giannini sull’abolizione delle supplenze le è piombato addosso come una doccia fredda.
Francesca è una dei 400 mila insegnanti precari delle graduatorie d’istituto che, a quanto pare, da settembre dovrà dire addio al mondo della scuola.
Se non trova un altro lavoro, ha un piano C?
Sarò costretta a mettere la mia vita in una valigia e tornare nella casa dei miei genitori, in Sicilia. Non sono sposata, non ho figli, e finora ho dovuto condividere l’appartamento con una collega, 530 euro d’affitto in due. Se perdo il posto, devo mollare tutto.
Il governo Renzi da quando si è insediato promette di valorizzare la figura dell’insegnante. Si aspettava una mossa del genere?
Sono allucinata. Il ministro Giannini non ha capito niente del sistema scolastico. Significa che ho fatto dieci anni di sacrifici per avere in mano un pugno di mosche. Finchè sono servita alla politica, mi hanno sfruttato per bene, poi un calcio nel sedere. Dietro le cattedre non ci sono numeri, ma persone. Si sono dimenticati che abbiamo la responsabilità di formare altre persone.
Quanto riusciva a guadagnare da supplente?
Dipende dalla durata della sostituzione, da un giorno, dieci o trenta. In un mese, comunque, la busta paga è di 1.100 euro. Solo per i primi tre anni ho fatto supplenze brevi, per coprire le malattie. Poi ho iniziato ad avere incarichi annuali. Diciamo che per come è andata non mi posso lamentare.
La macchina ce l’ha?
Ma va. Uso sempre l’autobus. Anche quando la scuola si trova a 30 chilometri di distanza.
Secondo lei, il governo si rimangerà le parole?
Spero solo di trovare un impiego diverso. Basta.
Chiara Daina
(da Il Fatto Quotidiano“)
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