LA GELMINI BOCCIATA DAL CONSIGLIO DI STATO: LE NOMINE DEI SUPPLENTI SONO TUTTE DA RIFARE
NE AZZECCASSE MAI UNA: LA GELMINI AVEVA MESSO DEI LIMITI ILLEGITTIMI ALLE GRADUATORIE… BOCCIATA DAL TAR, HA FATTO FINTA DI NULLA, ORA LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO… TUTTO PER BLINDARE I POSTI AL NORD… PROPRIO LEI CHE L’ESAME DA AVVOCATO E’ ANDATO A DARLO A CATANZARO
Ha voluto forzare le norme vigenti e il buon senso, non prendere atto di una sentenza del Tar che le dava torto: ora che la marchetta alla Lega l’ha fatta, a riportarla alla realtà e alla legalità ci ha pensato il Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittimo il provvedimento da lei emesso circa le “code” nelle graduatorie ad esaurimento per le supplenze.
Hanno vinto i ricorsi delle migliaia di supplenti che erano stati ingiustamente penalizzati dalla norma del Ministero: l’inserimento in graduatoria deve avvenire a pettine, cioè rispettando il punteggio.
Il che vuol dire rifare tutte le graduatorie a tempo di record, altrimenti se non si dà seguito alla sentenza, l’8 ottobre è già fissata un’udienza per la nomina di un commissario ad acta che ordinerà all’amministrazione periferica di adeguarsi alla pronuncia della magistratura.
Vediamo di ricostruire la vicenda.
Ad aprile la Gelmini aveva firmato un decreto per l’aggiornamento delle graduatorie dei precari con una novità : le stesse venivano bloccate per due anni, con possibilità di inserimento soltanto in coda su tre province, oltre a quella di appartenenza.
Lo scopo era evidente: favorire i precari settentrionali, spesso superati nelle immissioni in ruolo e nell’attribuzione delle supplenze più lunghe dai loro colleghi meridionali, con più anni di precariato e con maggiore punteggio.
Ora, collocati in coda, avrebbero dovuto aspettare che si esaurisse la graduatoria dei colleghi del nord, anche se questi ultimi hanno un punteggio minimo rispetto al loro.
L’Anief ( associazione degli insegnanti) aveva subito rilevato l’incongruenza della norma e si era rivolta al Tar che ha dato loro ragione.
Ma la Gelmini, invece che prendere atto della sentenza della magistratura e ritornare sui suoi passi, a luglio ha emanato una nota, invitando gli Uffici scolastici a non adeguarsi alla sentenza del Tar e a procedere lo stesso alle assegnazioni delle immissioni in ruolo e delle supplenze annuali sulla base della sua norma, in attesa dell’udienza del Consiglio di Stato.
Ora siamo arrivati alla bocciatura definitiva, com’era prevedibile, e la Gelmini avrà anche pagato la sua marchetta alla Lega, ma la scuola è nel caos.
In pratica gli 8.000 insegnanti immessi in ruolo potrebbero vedersi revocata la nomina, così come i supplenti nominati.
Tutte le graduatorie andranno rifatte, grazie all’ostinazione del Ministero a voler introdurre una norma palesemente illegittima.
Il tutto per voler discriminare gli insegnanti meridionali.
Proprio la Gelmini che, per passare l’esame da avvocato, non l’ha sostenuto a Brescia, ma era andata a Catanzaro…
Un po’ di dignitosa coerenza mai, eh?
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