LA GIUSTIZIA IN ITALIA
ASSENTEISTI, PEDOFILI, STUPRATORI, FUNZIONARI CORROTTI: IN ITALIA LO STATALE NON PUO’ ESSERE LICENZIATO E TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO…
Notizia di qualche giorno fa: a Milano un funzionario della Agenzia delle Entrate viene arrestato mentre sta per incassare una mazzetta di 150.000 euro a fronte di una verifica fiscale. Ora è a San Vittore, ma lo Stato continuerà a pagargli metà stipendio, circa 1.000 euro al mese. Se il giudizio, nei vari gradi, non arriverà entro 5 anni ( come è quasi certo), il funzionario potrà tornare in servizio. Girolamo Pastorello, direttore del Personale della Agenzia spiega infatti che ” a differenza del settore privato, il datore di lavoro pubblico può solo sospendere in via cautelare il dipendente indagato o imputato. La sospensione cautelare può durare al massimo cinque anni con il pagamento del 50% dello stipendio”. Il problema è che la condanna definitiva arriva spesso trascorsi i 5 anni e così accade che dipendenti rei confessi di episodi di corruzione e concussione vengano reintegrati in servizio. Oggi sono 22 quelli che lavorano tranquillamente al loro posto in tale situazione…
Cambiamo settore: una relazione della Corte dei Conti evidenzia che sono 47 gli insegnanti e i bidelli condannati per reati a sfondo sessuale dal 2001 in poi. Di questi, solo 23 sono stati allontani dal lavoro a contatto con i fanciulli e il tempo medio tra il reato e la sospensione cautelare è di 575 giorni. Altri 6 dipendenti se ne sono andati volontariamente. Per gli altri 18 lo Stato non è riuscito a fare nulla per allontanarli da un incarico a stretto contatto con i bambini. Emblematico il caso dell’insegnante campano condannato per abusi sessuali su minori, ma rimasto per 12 anni nella stessa scuola.
A Pompei un custode fu beccato in flagrante mentre tentava di violentare una giovane turista americana. Il custode patteggiò la pena di un anno che non scontò nemmeno. Il dipendente pubblico continua a prendere lo stipendio …lo hanno solo trasferito a Sorrento a 29 km di distanza…
A Capodimonte un dipendente pubblico è stato a casa in un anno 220 giorni per malattia, ma nel frattempo lo si poteva trovare nel suo negozio di cornici, ma il TAR lo ha salvato, così come ha salvato un bidello che non si faceva mai trovare dal medico fiscale in quanto, sostiene il TAR, “prima di assumere un provvedimento, l’Amministrazione deve accertartsi delle reali condizioni di salute del dipendente”…
Clamoroso il caso di un bidello in prova in un liceo di Milano che aveva lavorato 60 giorni in tre anni…secondo il TAR non lo si poteva licenziare perchè non aveva esaurito il periodo di prova.
Che dire poi di Cecilia Carreri, giudice in Veneto con l’hobby della vela. Nel 2005 aveva preso due lunghe aspettative per motivi di salute, la schiena le impediva di stare seduta a lungo. In quei periodi partecipò, però a impegnative regate ( il mal di schiena era passato si vede…).Punita semplicemente con un trasferimento. A Perugia, invece, nel luglio 2007, vengono arrestati 12 tra medici e infermieri che facevano timbrare il cartellino da altri, mentre in realtà erano assenti dal lavoro…ebbene a d agosto erano già quasi tutti tornati al lavoro, nonostante il giudizio pendente…
Il potere politico, non mettendo mano a una legislazione carente e oltraggiosa per gli onesti, ha permesso che si creasse una “Casta degli intoccabili” che troppo spesso può …ritornare sul luogo del delitto… favorito dall’inefficienza del “sistema giustizia”…a voi ogni commento…
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