LA GRANDEUR GIGLIATA: AEROPORTO, DOPPIONE COSTATO 150 MILIONI
GLI AFFARI DELLA PREMIATA DITTA RENZI- CARRAI
“Useremo solo finanziamenti privati”. È scritto nero su bianco su una delibera della Regione Toscana, l’hanno detto e ripetuto per anni sindaci, assessori, amministratori: la realizzazione della seconda pista dell’aeroporto di Firenze sarà pagata senza usare fondi pubblici.
Ma le intenzioni cambiano. Come i Governi.
E così una volta arrivato a Palazzo Chigi, Matteo Renzi, ha inserito nello Sblocca Italia 50 milioni di euro da spedire alla Adf, la società che gestisce Peretola e che, guarda caso, è guidata da Marco Carrai, il fedele amico e fund raiser del premier.
Ma visto che l’Enac aveva sollevato dubbi sulla necessità di creare una nuova pista per voli internazionali perchè una identica esiste già ed è nella vicina Pisa, l’ostacolo è stato aggirato: gli aeroporti sono stati interamente privatizzati e uniti in un polo unico.
E soprattutto Roma ha stanziato altri 150 milioni di euro. E c’è chi sostiene che Renzi non faccia nulla.
Il via libera alla fusione tra Adf e Sat, società di gestione dell’aeroporto Galileo di Pisa, è stato votato lunedì 9 febbraio.
I soci hanno votato ad ampia maggioranza: il sì è arrivato dai principali, quindi Comune e Provincia di Pisa, Fondazione Pisa e Camara di Commercio pisana.
Mentre i piccoli azionisti di Sat hanno espresso voto contrario.
La società dello scalo pisano cambia anche la propria denominazione in Toscana Aeroporti Spa, società quotata con sede legale a Firenze e sarà guidata, con ogni probabilità , da Carrai.
Come ha riportato Carlotta Scozzari su Repubblica, da più di un anno le due società , Adf e Sat, hanno come prima azionista la Corporacion America, holding che fa capo alla famiglia Eurnekian e a Eduardo Eurnekian, noto in Italia per essere stato socio di riferimento della compagnia aerea Volare, fallita a inizio millennio.
Corporacion possiede il 53% di Sat e il 48,9% di Adf. A dare il via libera, alla fusione, al suo fianco, si sono schierati anche gli altri azionisti di peso.
A partire dall’Ente cassa di risparmio di Firenze, in Adf al 13%, la Regione Toscana guidata da Enrico Rossi (5%) e il Comune di Firenze (2,18 per cento) oggi affidato al sindaco ereditiere Dario Nardella.
Un’operazione prettamente renziana
Mentre a Firenze e Pisa la fusione andava in porto, a Roma il Palazzo si muoveva per stanziare fondi.
Il fedelissimo Luca Lotti è riuscito a far passare (per ammissione del viceministro alle infrastrutture, Riccardo Nencini) i nuovi fondi e la mattina del nove febbraio il ministro Maurizio Lupi firmava il via libera a “porre in essere ogni azione utile per sostenere l’attuazione degli interventi infrastrutturali programmati da Aeroporto di Firenze fino a un massimo di 150 milioni di euro”.
Inoltre si è impegnato a firmare e inviare “al ministero dell’Economia il decreto per l’intervento pubblico di 50 milioni per l’adeguamento infrastrutturale dell’aeroporto” tra cui la nuova pista da 2400 metri.
Quella che nessuno voleva. Neanche lo stesso Enrico Rossi: “Ci metto la faccia”, disse nell’ottobre 2013 esprimendosi contro l’ipotesi di una pista di lunghezza superiore ai due mila metri.
E aveva minacciato di andare “tutti a casa” se non fosse passata, in Regione, la variante per la pista dell’aeroporto.
Le prime ripercussioni si sono registrate sul piano politico.
La giunta di Pisa ha visto un assessore dimettersi e ventilare l’ipotesi di rimpasto, mentre in Regione si è aperto il fronte contro Rossi che fra l’altro è ricandidato presidente.
A dare battaglia per primi gli uomini del Prc. Il segretario Paolo Ferrero e la consigliera Monica Sgherri hanno sintetizzato facilmente: “Renzi spadroneggia e Rossi impara velocemente, il risultato sono soldi pubblici per l’ennesima opera inutile, dannosa e costosissima”.
Ancora: “Renzi continua a spadroneggiare in Toscana e il Governatore Rossi ad adeguarsi, sempre più a suo agio per altro. Parliamo di un vero e proprio nuovo aeroporto, l’opposto di quanto già adottato dal Consiglio Regionale. Tutto appare funzionale solo alla sua ricandidatura”.
Ma certo è che Rossi nulla poteva per fermare o opporsi alla fusione.
Un progetto fortemente voluto da Renzi e realizzato dall’amico Carrai.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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